La Cisl risponde all’appello del presidente della giunta regionale Marcello Pittella sul patto di stabilità. “L’atto di rottura sul patto di stabilità del governatore Pittella è comprensibile ben consapevoli del fatto che la penuria di risorse impedisce l’avvio di importanti riforme per il futuro della nostra regione”, è il commento del segretario generale Nino Falotico. “Il governo Renzi prenda atto che non si può andare avanti, altrimenti si potrebbe accendere la miccia di quella ribellione democratica che potrebbe portare i lucani a marciare su Roma. Il patto di stabilità aveva una logica in una fase di espansione dell’economia – aggiunge Falotico – ma in piena recessione e con un’economia al collasso è diventato un cappio al collo. Scorporare le royalties dal patto di stabilità, così come abbiamo chiesto al ministro Guidi nella sua recente visita a Potenza e al primo tavolo tecnico al Mise, è dunque l’unico sentiero praticabile per dare un po’ di ossigeno al lavoro, ai consumi e agli investimenti”.
“Il percorso intrapreso da Pittella non è però una cambiale in bianco. Non basta sbloccare le risorse – dice ancora Falotico – noi vogliamo sapere come saranno utilizzate. La Cisl, unitamente a Cgil e Uil, ha proposto una serie di misure urgenti per tamponare la crisi sociale e risollevare l’economia, come i contratti di inserimento e reinserimento. Poi c’è da affrontare la madre di tutte le questioni: la specialità di fatto della Basilicata. Se è vero che la nostra regione è un hub energetico strategico per il paese, la logica conseguenza dovrebbe essere la concessione di ulteriori quote di sovranità, così come stabilisce l’articolo 116 della Costituzione, e non riportare in capo allo Stato la materia energetica così come vorrebbe fare il governo in sede di riforme istituzionali. Se siamo una regione speciale nei fatti – conclude Falotico – dobbiamo esserlo anche sul piano istituzionale”.