Il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, critica il presidente del consiglio Renzi per aver deciso di non incontrare i sindacati nella sua visita allo stabilimento Fca di Melfi. “E la prima volta che un capo di governo in visita nella nostra regione non sente il bisogno di ascoltare i rappresentanti dei lavoratori, in particolare quelle sigle sindacali, come la Cisl, che hanno reso possibile la rinascita di Fiat firmando accordi impegnativi e prendendosi gli sputi. È arrivato il momento che Renzi la smetta di fare di tutta l’erba un fascio perché ci sono sindacati e sindacati. Anche Marchionne – fa notare il segretario lucano della Cisl – ha compreso che i sindacati non sono tutti uguali e che ci sono organizzazioni con cui si può discutere e fare accordi che tengono insieme competitività delle aziende e diritti dei lavoratori. Solo il presidente del consiglio non lo ha capito o fa finta di non capirlo per restare coerente alla sua linea antisindacale preconcetta e ideologica”.
“A Renzi avremmo fatto notare che i posti di lavoro creati a Melfi – continua Falotico – non sono farina del suo Jobs Act, come va dicendo, ma il frutto degli accordi sindacali che noi abbiamo firmato e degli investimenti che quegli accordi hanno reso possibile. Invece di infilarsi in discussioni sterili sul sindacato unico, ipotesi che ovviamente rispediamo al mittente, il presidente del consiglio farebbe bene ad impiegare il suo tempo, che poi è il tempo del governo della nazione, su come rilanciare i consumi con una vera riforma fiscale e come sostenere le aziende italiane con una seria politica industriale”.
Falotico non risparmia critiche anche alla Regione per il mancato decollo del campus per l’innovazione di Melfi. “Circolano sempre più insistentemente voci circa il rischio che il tanto agognato campus, mai entrato realmente in funzione, possa finire in Abruzzo. Se una tale ipotesi dovesse rivelarsi veritiera – commenta Falotico – sarebbe uno smacco per tutta la classe dirigente di questa regione che dimostra di non aver colto a pieno l’importanza di un’opportunità come la presenza di Fca sul nostro territorio, a differenza di altre realtà come il Piemonte che ha investito e continua ad investire molto nella filiera della ricerca applicata al settore automobilistico”.