Cgil, Cisl e Uil di Basilicata hanno scelto stamane i cancelli dello stabilimento ex Daramic, a Tito Scalo, uno dei luoghi più noti della desolazione industriale lucana, per presentare alla stampa la Marcia per il lavoro, in programma sabato prossimo, 9 aprile, a Potenza. Ad illustrare ai giornalisti modalità e motivazioni della manifestazione di sabato, i segretari generali Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro. Numerose le associazioni e i movimenti che hanno aderito alla Marcia e che sabato sfileranno per le vie di Potenza al fianco di Cgil Cisl Uil. Tra queste: le associazioni del raggruppamento Pensiamo Basilicata (Alleanza delle Cooperative Italiane, Confartigianato, Confapi, Confcommercio, Cofimi Industria, Cia, Confesercenti, Confagricoltura, Casartigiani, Copagri e Cna), il comitato degli studenti dei licei musicali e coreutici, il comitato degli espulsi dai cicli produttivi, i sindaci di diversi Comuni della regione.
Nel capoluogo sono attesi circa 75 pullman speciali dai Comuni di tutta la regione. Il concentramento è previsto in Piazza Bologna alle 9.30. Il corteo attraverserà Viale Firenze, Via Anzio e Via Verrastro per concludersi nel piazzale antistante la sede della Regione Basilicata, dove si terrà il comizio finale con il segretario generale della Cgil lucana, Angelo Summa, il segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra, e il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.
Inevitabile, nel corso della conferenza, un riferimento alle inchieste in corso su Eni e Total. “Chi ha sbagliato deve pagare. Noi abbiamo già dato, basta”, ha detto il segretario della Uil Vaccaro. “Questa terra ed i suoi cittadini meritano rispetto. In tutto l’Appennino tosco-emiliano e umbro c’è il petrolio. La marcia per il lavoro è una scommessa forte del movimento sindacale lucano che mette al centro della stessa il lavoro attraverso una proposta che fa dell’innovazione e dello sviluppo le armi per uscire dall’attuale stato di marginalità sociale”.
Per Summa, della Cgil, dalle inchieste “viene fuori anche la responsabilità sociale delle imprese e quella delle classi politiche che devono mettere al centro il lavoro e la salvaguardia ambientale”. Per il leader della Cgil lucana “si può fare occupazione e sviluppo salvaguardando la salute. Con la Marcia vogliamo costruire una nuova Basilicata, cambiare verso alle politiche regionali e rimettere al centro il lavoro e i giovani”.
Il segretario della Cisl Falotico ha detto che “la Marcia non finisce ma comincia il 9 aprile. Deve essere chiaro che la Marcia è un avvertimento politico. Noi ci siamo messi in marcia e chi sarà sordo sappia che noi gli stureremo le orecchie”. Parlando di petrolio il segretario della Cisl ha detto di confidare nel lavoro della magistratura e di auspicare che “si possano sbloccare quanto prima i cantieri e le aziende perché 2 mila lavoratori del settore stanno con il fiato in gola”.