Inaccettabile esclusione del sindacato dal partenariato

Il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, attacca la giunta regionale e minaccia il ricorso ai comitati di sorveglianza alla presenza dei rappresentanti della commissione europea. Pomo della discordia? L’esclusione dei sindacati da due importanti iniziative, peraltro concomitanti, che si sono tenute oggi a Potenza: l’insediamento del tavolo regionale della rete della protezione e inclusione sociale e una tavola rotonda sul “ruolo e l’importanza del partenariato nella gestione dei fondi Por e Pon”. Una scelta che rischia di avvelenare i rapporti – in verità mai idilliaci in questa legislatura – tra i vertici regionali e i sindacati. “Trovo decisamente singolare – spiega Gambardella – che il sindacato sia messo letteralmente alla porta o tutt’al più invitato come osservatore a due iniziative in cui a parole si tessono le lodi del partenariato economico e sociale e si sottolinea l’importanza del ‘rendere conto’ nella programmazione dei fondi comunitari, ma nei fatti si calpesta quel che resta della concertazione, scegliendosi gli interlocutori del partenariato in nome di un’inaccettabile principio di gerarchia o paventando una non meglio precisata ‘granularità’ del partenariato stesso”.

“Né è accettabile – continua il segretario della Cisl – ricevere inviti riparatori per mettere una pezza allo sgarbo istituzionale in quanto il problema non è solo di etichetta ma riguarda la sostanza stessa del rapporto tra il vertice delle istituzioni regionali e il sindacato quale membro fondante del partenariato economico e sociale; partenariato che – è bene ricordarlo – non è un menu alla carta dove le istituzioni possono scegliersi di volta in volta l’interlocutore più utile ma un soggetto unitario e non frammentario che contribuisce alla definizione delle politiche comunitarie in base ai principi di informazione, partecipazione e condivisione, senza discriminazioni tra soggetti ricchi e soggetti poveri”.

Secondo Gambardella “la scelta della giunta regionale di escludere il sindacato dal novero del partenariato economico e sociale rappresenta un grave vulnus democratico e una palese violazione delle stesse norme comunitarie. Con grande rammarico – continua il segretario della Cisl – prendiamo atto di una decisione che stona clamorosamente con le autocelebrazioni di chi si vanta di aver allargato il partenariato a settori della comunità sempre esclusi e di voler sempre più rappresentare un territorio animato da diverse comunità. Più che di allargamento – osserva Gambardella – è il caso di parlare di un ulteriore restringimento degli spazi di confronto in una regione che finora non aveva certo brillato per disponibilità al dialogo e coinvolgimento dei corpi sociali intermedi sulle grandi questioni dello sviluppo e del lavoro”.

“Risulta altrettanto difficile da comprendere la scelta di costituire un tavolo regionale sulle povertà per la definizione di politiche di contrasto alla povertà e di politiche attive del lavoro e che tutto questo si pretenda di farlo senza che vi sia il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, del volontariato e delle imprese, ovvero di coloro che hanno le reali competenze e l’esperienza per trattare questi temi”.

“Nello specifico della politiche comunitarie – aggiunge il leader della Cisl – non si è colta una grande opportunità per socializzare il buono che l’Europa realizza nel nostro territorio, in un momento in cui spira forte il vento antieuropeista, dove il semplice cittadino vuole percepire direttamente i vantaggi di stare in un contesto europeo e non vedere l’Ue solo come prescrittrice di tagli e divieti. Non è con le narrazioni solitarie e di parte che si può pensare di ricostruire il legame spezzato tra i cittadini e l’Europa, tra la comunità e le istituzioni, tra i rappresentanti e i rappresentati. Prendiamo atto del nuovo corso che la Regione Basilicata ha deciso di imprimere alle relazioni con il partenariato sociale, in particolare con le organizzazioni sindacali, e riteniamo pertanto necessario aprire un dibattito nelle sedi istituzionali opportune, quali i comitati di sorveglianza dei fondi alla presenza dei rappresentanti della commissione europea”.

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