La confusione della Giunta Regionale in materia di concertazione sociale ha toccato il punto più basso con la delega al suo ufficio stampa a “dichiarare” e pertanto a commentare gli Stati Generali. Di fronte a un evento del tutto nuovo per la nostra realtà territoriale, in cui parti sociali e datoriali arrivano ad una comune sintesi progettuale mettendo in campo, ognuno nel rispetto della propria autonomia e della propria progettualità, proposte per lo sviluppo, ci saremmo aspettati segnali ben diversi con precise e definite assunzioni di responsabilità politica.
Al contrario, la risposta giunta dalla Regione denota una completa ed irrituale chiusura, con una Giunta che rivendica l’esclusività delle prerogative di programmazione offrendo una lettura superficiale e autoassolutoria di una grande mobilitazione sociale. Il governo regionale dà, in questo modo, un ennesimo segnale di autoreferenzialità, laddove, invece, sono riuscite parti sindacali e datoriali – Cgil, Cisl, Uil, Pensiamo Basilicata, Confindustria, vale a dire i soggetti rappresentativi dell’intero mondo dell’impresa e della cooperazione – facendo sintesi intorno ad una “visione unitaria” di Basilicata del futuro, pur conservando autonomia e differenti valutazioni.
Il rimarcare la differenza tra “chi è deputato a governare e chi è deputato a rappresentare i corpi intermedi” suona come il tentativo di confinare la rappresentanza delle parti economiche e sociali a ruolo marginale e quindi ad una consultazione formale.
Preoccupa, in aggiunta, l’affermazione, attribuita alla Giunta Regionale “non si intende seguire le liturgie del passato”: non c’è un’indicazione, sia pure generica, di un nuovo strumento di concertazione, mentre si cita l’esempio della “cabina di regia” – che noi preferiamo chiamare come nella denominazione originaria e condivisa più significativa “tavolo della trasparenza” – come si trattasse di una “concessione” alle parti sociali chiamate di tanto in tanto ad ascoltare decisioni prese in assoluta solitudine.
Per noi invece la programmazione è una costruzione collettiva che deve partire dal basso, dalla condivisione di obiettivi e strategie. Altra cosa è convocare incontri su scelte già assunte e programmi già definiti. Gli Stati Generali hanno espresso con forza il valore imprescindibile dei corpi intermedi, ricordando che in Basilicata CGIL CISL e UIL rappresentano decine di migliaia di lavoratori e che le associazioni datoriali sono espressione di un vastissimo e articolato tessuto produttivo.
L’appello, dunque, al Presidente Bardi non può che essere ad andare oltre gli individualismi di parte, con l’auspicio che si inizi a dare subito segnali concreti sul terreno del confronto e della concertazione per evitare ulteriori inasprimenti delle relazioni.
Cgil Cisl Uil, Confindustria, Pensiamo Basilicata e Coldiretti