L’Adiconsum Basilicata denuncia un sensibile incremento dei prezzi dei beni di prima necessità a seguito delle numerose segnalazioni arrivate all’associazione dei consumatori della Cisl. “Nei primi giorni della emergenza Covid-19 – spiega il presidente regionale, l’avvocato Vincenzo Telesca – il timore di vedere calare la produzione ha indotto i consumatori italiani a fare scorte di pasta, farina, olio, latte a lunga conservazione, pelati, caffè, biscotti per la prima colazione. Come era prevedibile la psicosi del contagio ha indotto non pochi consumatori a rivolgersi addirittura alla rete per fare incetta di disinfettanti, proposti a prezzi proibitivi. All’inizio di questa settimana, mentre da un lato sta tornando lentamente alla normalità la corsa agli acquisti di generi alimentari che ha caratterizzato soprattutto la scorsa settimana con l’assalto agli scaffali dei centri commerciali e dei negozi di vendita al dettaglio per l’accaparramento di generi di prima necessità, dall’altro, a partire da lunedì, ha fatto registrare un preoccupante aumento indiscriminato dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità”.
L’Adiconsum ha raccolto una serie di segnalazioni da parte dei propri associati e utenti che “oltre ad evidenziare una preoccupante lievitazione dei prezzi dei generi alimentari e l’assenza sugli scaffali di molti di essi, ha rilevato in alcuni casi l’attuazione di vere proprie pratiche commerciali scorrette. In relazione a tale ultimo fenomeno, i consumatori rivoltisi alla nostra sede hanno riscontrato l’applicazione sugli scaffali di un noto supermercato operante da anni nella città di Potenza, di prezzi diversi e maggiorati rispetto a quelli pubblicizzati sul volantino presente on-line sul sito della medesima catena distributiva. Rispetto a tali segnalazioni vigileremo nell’interesse di tutti i consumatori ma soprattutto delle fasce più deboli della nostra realtà regionale (anziani, disabili ect.) con ancora più attenzione ed efficacia sull’eventuale aumento indiscriminato dei prezzi al consumo”.
Telesca ricorda a tutti gli esercenti e operatori della filiera produttiva e distributiva che “attualmente «è considerata scorretta la pratica commerciale che, riguardando prodotti attinenti la salute, l’approvvigionamento di prodotti e generi di primaria necessità e la sicurezza dei consumatori, profitta di situazioni di allarme sociale incrementando il prezzo di vendita in misura superiore al triplo del prezzo risultante dal listino o comunque praticato mediamente, riferito a 30 giorni prima della conclusione della compravendita», pertanto, la stessa, potrà essere sanzionata dall’Antitrust”.
In ogni caso ci sono gli strumenti per tutelarsi e denunciare. Il primo è rivolgersi e farsi assistere dalle associazioni dei consumatori come l’Adiconsum; il secondo è segnalare l’eventuale pratica scorretta al Garante per la sorveglianza dei prezzi, detto anche “Mr. Prezzi”, il quale controlla, verifica e argina i fenomeni speculativi grazie ad un sistema istruttorio che si attiva anche su segnalazione dei cittadini.
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