Per la Fit Cisl Basilicata «la prima settimana di prova della fase 2 è stata chiaramente un flop. Le aziende che gestiscono i servizi di trasporto pubblico in Basilicata hanno inteso agire in modo autonomo, addirittura cambiando il piano di esercizio. Considerato che l’art. 92 del decreto ‘Cura Italia’ ha previsto il pagamento dell’intero corrispettivo alle aziende che svolgono il trasporto pubblico locale, a fronte di un servizio dimezzato a causa della pandemia, la Regione dovrebbe rendersi parte diligente e imporre alle società di non far ricadere soltanto sui lavoratori che garantiscono con il loro impegno un servizio alla cittadinanza gli effetti della pandemia. La Regione e le Province – continua la Fit Cisl – devono stipulare un protocollo d’intesa come già auspicato dalla Cisl e dalla Fit che in merito hanno già formalizzato un documento con delle chiare linee guida che vanno ad integrare quanto previsto dall’allegato n. 8 del Dpcm 26 Aprile 2020».
Secondo la Fit Cisl «appare assurdo che ad oggi non siano stati svolti i servizi aggiuntivi al contratto del 2008, considerato che gli stessi sono quelli riferiti al trasporto dei lavoratori agli stabilimenti produttivi. Tale decurtazione determina inoltre un calo occupazionale che ci preoccupa. Crediamo che vi sia la necessità di ripristinare il 100 per cento dei servizi urbani, quelli effettuati dal Cotrab, dalle Fal e da Trenitalia per monitorare al meglio il flusso dei viaggiatori e per la tutela dei lavoratori che attualmente soffrono l’effetto degli ammortizzatori sociali, che ad oggi nessuno ha percepito dall’Inps. L’unica soluzione per poter organizzare al meglio i servizi e gestire tutti i chilometri percorsi dai bus è quella avanzata dai sindacati confederali nel 2014 che la Cisl intende sostenere e rilanciare, ovvero la costituzione di un’azienda unica regionale del trasporto pubblico locale».