Sospensione della procedura di mobilità fino a metà ottobre (quando scadrà la cigs) e convocazione di un tavolo tecnico il prossimo 15 luglio sempre presso il ministero dello Sviluppo economico. Questo in sintesi l’esito del tavolo negoziale che si è tenuto oggi a Roma sulla vertenza Natuzzi.
“Adesso è arrivato il momento che Natuzzi risponda alla richiesta ufficiale rivolta dal governo e presenti finalmente un piano industriale di rilancio dell’attività e delle produzioni che consenta il superamento dei licenziamenti annunciati”. Così in una nota comune i segretari generali della Cisl di Puglia e Basilicata, Giulio Colecchia e Nino Falotico, a conclusione del vertice capitolino al Mise tra governo, Regioni, sindacati e azienda.
“Nell’incontro appena concluso al ministero dello Sviluppo economico – aggiungono i leader sindacali – abbiamo apprezzato la decisa posizione del governo che, come richiede la Cisl, non intende far sconti ad una azienda ‘intorno alla quale’ e stato costruito un contratto di programma da 101 milioni di euro”. Pasquale Natuzzi, secondo Colecchia e Falotico, “ora non ha più alibi per ricostruire una rete di relazioni con le istituzioni e con il sindacato, utile a trovare, come è giusto che sia, una soluzione contrattata alle difficoltà che gli vengono dalla concorrenza sleale, dal dumping internazionale e dalla necessità di incrementare produttività e qualità per riprendersi quote di mercato”.
“Se questa rete sarà il cuore del piano industriale – concludono i segretari delle Cisl di Puglia e Basilicata – l’azienda non potrà che trovare piena disponibilità del sindacato ad affrontare, con grande realismo e con altrettanta responsabilità, tutti gli aspetti che incidono negativamente sulla produzione e sullo sviluppo, purché i lavoratori riprendano quel ruolo centrale necessario nelle strategie aziendali ed abbiano confermate le prospettive occupazionali”.
Il piano annunciato da Natuzzi il primo luglio prevede la messa in mobilità di 1.726 esuberi (1.580 operai e 146 impiegati), la chiusura degli stabilimenti di Matera La Martella e Ginosa, in provincia di Taranto, e il ridimensionamento dello stabilimento di Matera Jesce.
La vertenza Natuzzi è solo l’ultimo capitolo della lunga e pesante crisi che ha investito il distretto murgiano del mobile imbottito, dove operano oggi appena un centinaio di imprese rispetto alle oltre 500 degli anno del boom. Dal 2000 al 2012 il numero degli addetti si è più che dimezzato passando dagli iniziali 14 mila ai 6 mila del 2012, la maggior parte in cigs. Solo il gruppo Natuzzi ha alle sue dirette dipendenze oltre 3 mila addetti e un altro migliaio nell’indotto.
Nello scorso febbraio era stato siglato l’accordo di programma per il rilancio del distretto con una dotazione finanziaria di 100 milioni di euro che dovrebbero consentire il ritorno al lavoro di 5 mila lavoratori.