“La discussione del bilancio di previsione dell’Alsia, conclusasi giovedì scorso con la sua approvazione nella seconda commissione consiliare, ha certificato la fondatezza dei timori dei dipendenti riguardo al loro futuro professionale e lavorativo: non ci sono risorse sufficienti per pagare gli stipendi dei dipendenti se la Regione non incrementerà a breve i trasferimenti al suo ente strumentale”. È quanto riporta una nota dei sindacati del pubblico impiego Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl. “Il 22 dicembre scorso, con un provvedimento unilaterale (legge regionale 41), 114 dipendenti sono stati trasferiti dai ruoli regionali in quelli dell’Alsia. Con la legge che la maggioranza si accinge ad approvare martedì prossimo in Consiglio (confermando le risorse da trasferire, insufficienti sia per la gestione che per gli stipendi dei dipendenti), l’ente fra qualche mese si troverà nelle condizioni di attivare, obbligatoriamente, la mobilità collettiva per circa 1/3 dei suoi dipendenti, cioè dei 114 trasferiti a dicembre 2020 e dei 18 dipendenti ex Agrobios, anch’essi trasferiti con legge regionale in Alsia nel 2013. È questo il rilancio dell’Agenzia di cui l’assessore regionale all’Agricoltura e il direttore dell’Alsia parlavano con grande enfasi nelle scorse settimane?”.
Per i sindacati “decisioni così importanti per oltre 130 famiglie sono state assunte dal Governo regionale in modo troppo semplificatorio e, cosa ancor più grave, senza un democratico confronto né con i lavoratori né con le parti sociali, come previsto dai contratti collettivi e dalle leggi di riferimento. Occorre trasferire le risorse necessarie al funzionamento dell’Agenzia e mettere subito mano ad una riorganizzazione interna che ottimizzi le risorse umane disponibili con realismo ed efficienza, in contingenza finanziaria che certamente non consentirà di rimpiazzare le cessazioni per pensionamento (20 unità nel solo anno in corso)”.
“Lo scorso lunedì, nel proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori dell’Agenzia, ormai sfiduciati da una prospettiva di futuro sempre più incerto, abbiamo sollecitato al Presidente Bardi e all’assessore all’Agricoltura un incontro urgente; ad oggi nessuna risposta. Chiediamo al Presidente Bardi, alla Giunta regionale e a tutti i consiglieri regionali, di rivalutare con ponderazione e responsabilità la situazione dell’Alsia, tenendo ben presente le conseguenze che si possono produrre se non si rivedono gli impegni di spesa”.
“Per questi motivi rinnoviamo la richiesta di aprire un tavolo di confronto ed invitiamo il Presidente Bardi, l’assessore Fanelli e il direttore dell’Alsia a convocare con immediatezza le parti sociali, per dimostrare – con atti e comportamenti coerenti – come intendano dare corpo alla dichiarata volontà di rilancio dell’azione dell’ente, mettendo in sicurezza le retribuzioni dei lavoratori e la possibilità di svolgere un ruolo di reale supporto al comparto agricolo lucano. L’alternativa, come abbiamo sin da subito sostenuto, non può che essere la modifica dell’art. 10 della L.R. 41/2020 e il trasferimento delle funzioni delegate all’interno delle competenze dirette della Regione Basilicata”.