“Occorre rilanciare l’industria alimentare lucana con veri progetti di filiera, misure di sostegno all’export e formazione continua”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, a margine del convegno organizzato dalla Fai Cisl nazionale dal titolo “Industria alimentare italiana, un futuro da protagonista” che si è tenuto il 6 luglio a Bologna. Nel corso dei lavori è emerso che “con l’11,5% del valore aggiunto nel manifatturiero, il comparto dell’industria alimentare si è affermato al terzo posto dopo metalmeccanica e macchinari nel 2019, e nel 2020, nonostante le criticità indotte dalla pandemia, ha mostrato caratteristiche di resilienza e ha sostenuto l’economia italiana”. La qualità dei prodotti è sicuramente il fattore chiave di successo dell’agroalimentare italiano che però – e questa è la nota dolente emersa durante la kermesse bolognese – è fatta di “tante imprese di piccole dimensioni che non riescono ad esportare e poche grandi realtà che riescono a farlo”.
“La sfida è tradurre la qualità riconosciuta del made in Italy, che conta oltre una quarantina di produzioni Dop e Igp, in capacità competitiva sui mercati internazionali dove paesi come Francia e Germania esportano più di noi”, ha osservato il segretario della Cisl lucana. “Da questo punto di vista la Basilicata può giocare un ruolo di primo piano se consideriamo che il settore alimentare è la seconda industria della regione con circa il 15% del valore aggiunto prodotto e oltre 3.500 occupati – meglio fa solo l’industria automotive – e che durante la pandemia il settore ha evidenziato una notevole capacità di resilienza contribuendo in modo determinante alla tenuta del sistema economico e sociale della regione”.
Per il segretario della Cisl “reggere la sempre più agguerrita competizione sui mercati globali è possibile a patto di intervenire su tre fronti: investire sulla creazione di vere e proprie filiere territoriali dalla materia prima alla trasformazione; sostenere l’internazionalizzazione delle imprese contrastando al contempo la pirateria industriale; valorizzare il capitale umano attraverso la formazione continua”. Cavallo ha anche aggiunto che “quello della formazione come diritto per tutti i lavoratori, che siamo riusciti a inserire nell’ultimo rinnovo contrattuale, è lo strumento più importante che abbiamo per innalzare, attraverso le competenze, la produttività e la qualità del lavoro alimentare”.