Il paradosso lucano della sicurezza: più rischio infortuni, meno ispettori

La Basilicata si trova nella zona rossa dell’indice degli infortuni mortali e allo stesso tempo registra una riduzione del 20 per cento dell’organico degli ispettori sul territorio. È quanto emerge da un focus sulla sicurezza nei luoghi di lavoro elaborato dal Centro Studi Cisl Basilicata. “Ogni volta che accade un tragico infortunio sul lavoro – si legge nel focus – nell’esprimere dolore per quanto accaduto, si rivendica maggiore attenzione e soprattutto risorse alle politiche di sicurezza intendendo per politiche la formazione, l’informazione, l’assistenza e la vigilanza, consapevoli che da un monitoraggio del ministero del Lavoro emerge che un euro investito in politiche della sicurezza ne fa risparmiare quattro in spese sanitarie e assistenza”. 

Il focus del Centro Studi Cisl Basilicata mette nel mirino la frammentazione regionale delle politiche sulla sicurezza “pur essendo il diritto alla sicurezza sul luogo di lavoro un diritto fondamentale e universale del lavoratore” e sottolinea la necessità di un coordinamento tra le politiche regionali e “il quadro e l’assetto organizzativo nazionale. A questa difficoltà di coordinamento armonico ed efficace – secondo l’osservatorio cislino – si aggiunge una situazione sul territorio, in termini di risorse umane e quindi di controlli, davvero drammatica, con una carenza di servizi ispettivi intorno al cinquanta per cento”. 

“In Basilicata – sottolinea il rapporto – nel solo 2020 l’organico, già ridotto all’osso, è diminuito di circa il 20 per cento, con conseguenze davvero drammatiche per il livello di controlli su un territorio vasto e polverizzato come quello lucano”, caratterizzato da “insediamenti produttivi diffusi in piccole realtà produttive, dove le politiche della sicurezza aziendale fanno fatica ad essere realizzate in maniera sistematizzata”. Tale carenza, per il Centro Studi Cisl Basilicata dimostra che “nelle politiche sulla sicurezza, al contrario di quanto dovrebbe essere, non si investe, ma addirittura si disinveste”. Il risultato è che la Basilicata, in base ai dati Inail, risulta tra le regioni ad alto rischio infortuni “rispetto agli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro”. 

Il focus della Cisl riporta una recente indagine dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre che elabora indagini statistiche sulle morti bianche nel nostro Paese. Tale osservatorio – specifica il rapporto della Cisl – “ha realizzato una rappresentazione a colori sulla zonizzazione della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, parametrata su un’incidenza media nazionale. Nel primo quadrimestre del 2021, in zona rossa, con un’incidenza maggiore di 1,25 rispetto alla media nazionale (11,3) sono: Molise, Abruzzo, Valle D’Aosta, Campania, Basilicata, Puglia. In zona Arancione: Piemonte, Trentino Alto Adige, Lazio e Calabria (incidenza tra Im e 1,25 lm). In zona gialla: Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sicilia (tra 0,75 Im e 1 Im). In Zona Bianca: Umbria, Lombardia, Sardegna, Liguria e Marche (incidenza minore di 0,75 Im)”.

Il Centro Studi Cisl segnala “il dato della provincia di Matera, quarta nella graduatoria in base all’indice di incidenza dei casi di morte sul lavoro. La Basilicata nel periodo gennaio- maggio 2021 ha avuto circa un morto al mese, e questo ha fatto notevolmente alzare l’indice di incidenza di infortuni mortali. Non bisogna associare alle morti sul lavoro la fatalità, ma un insieme di misure di prevenzione, promozione del lavoro regolare, misure di contrasto alle elusione delle misure di sicurezza e soprattutto una grande campagna informativa e formativa tra i lavoratori, avendo come faro la qualità del lavoro, perché non c’è diritto al lavoro senza il diritto alla sicurezza sul lavoro”. 

Secondo la Cisl lucana, pertanto, “occorre definire a livello nazionale e regionale una strategia di prevenzione e protezione per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, come proposto unitariamente da Cgil, Cisl e Uil, articolata in sette punti cardine: qualificazione delle imprese, contrattazione nazionale e decentrata, formazione, rappresentanza, ispezioni sul lavoro,  innovazione e ammodernamento delle tecnologie e dei dpi, scuola. 

Photo by Jeriden Villegas on Unsplash

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