Giovani, la Cisl si appella ai candidati

apprendistato

“Sulla piaga della disoccupazione giovanile servono uno sforzo straordinario e impegni precisi dei candidati presidenti alle elezioni regionali in rappresentanza delle rispettive coalizioni”. Lo sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che invita tutte le forze politiche a porre in cima alle rispettive agende elettorali il tema dei giovani. “I numeri ci presentano una realtà che è un eufemismo definire drammatica. In otto anni si è registrato un vero e proprio crollo degli occupati nella fascia d’età 15-24 anni, passati dai 13 mila del 2004 ai soli 8 mila del 2012. Il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato di quasi dieci punti percentuali passando dal 39,6 del 2011 al 49,5 per cento del 2012. Le giovani donne disoccupate sono addirittura il 55,3 per cento”.

Per il segretario della Cisl lucana “se a questo aggiungiamo il fatto che oltre un quarto dei giovani lucani nella fascia d’età 15-29 non risulta occupata né inserita in un percorso di istruzione o formazione, appare di tutta evidenza il sostanziale trend negativo negli ultimi dieci anni dei programmi regionali indirizzati ai giovani, come “Work Experience”, “Un Ponte per l’Occupazione”, all’epoca realizzato nino-falotico-3-cislcon il parere negativo della Cisl e del sindacato confederale, e “Generazioni verso il lavoro”, programmi che hanno impegnato cospicue risorse finanziarie per oltre 60 milioni di euro e che, a fronte delle notevoli aspettative suscitate, hanno addirittura peggiorato la condizione occupazionale dei giovani”.

Per Falotico “la eccessiva e ingiustificata dispersione delle risorse del Fse in una miriade di programmi e programmini, fatti di molta formazione e poco lavoro, ripropone il tema del rapporto tra spesa e qualità dei risultati. Per questo la Cisl ritiene improcrastinabile una complessiva rimodulazione delle risorse comunitarie e un sostanziale cambiamento di approccio in vista della nuova programmazione 2014-2020. La priorità deve essere data a misure come l’apprendistato e il credito d’imposta, a condizionare di semplificare le norme e le procedure che hanno finora reso accidentato l’accesso a questi strumenti, in particolare alle piccole e medie imprese”.

“In particolare – conclude Falotico – l’apprendistato professionalizzante, anche per effetto della sua positiva natura concertativa e bilaterale, si è già dimostrata la più efficace misura di politica attiva del lavoro, molto meglio di certa sottoccupazione finanziata con fondi pubblici, ma va sostenuta incrementandone adeguatamente le risorse a disposizione e sburocratizzando le procedure”.

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