Sanità, Rizzo (Cisl Medici): «Il rapporto della Fondazione Gimbe conferma le nostre preoccupazioni sul servizio sanitario della Basilicata»

«La presentazione del 6° rapporto della Fondazione Gimbe è stata occasione per lanciare un vero grido d’allarme sulla tenuta del sistema sanitario nazionale. Sono da condividere le parole del presidente Cartabellotta quando dice che serve una profonda riflessione politica poiché il tempo della manutenzione ordinaria è ormai scaduto visto che ha sgretolato i princìpi fondanti del servizio sanitario nazionale e mina il diritto costituzionale alla tutela della salute». È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Medici Serafino Rizzo sottolineando che «mentre lo scenario rappresentato dalla Fondazione Gimbe dovrebbe far riflettere tutti rispetto al grave momento di crisi del nostro servizio sanitario, si leggono interpretazioni a dir poco superficiali dei dati che riguardano la Basilicata. Nel Mezzogiorno la nostra regione si colloca per il rotto della cuffia nella fascia gialla per quanto concerne l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza, subito a ridosso della fascia rossa delle regioni inadempienti. Il dato relativo alla carenza dei medici, in termini di numero di medici ogni mille abitanti, ci vede quart’ultimi in Italia. In maniera strettamente correlata a questo dato, aumenta il rapporto infermieri/medici. Riteniamo che non ci siano più margini per fantasie di propaganda e prese in giro: il sistema sanitario della nostra regione merita di più e la politica deve assumersi la responsabilità di interventi seri», ammonisce Rizzo.

Per il segretario della Cisl Medici uno dei primi punti da affrontare è quello della governance delle aziende sanitarie: «A distanza di più di un anno il Crob risulta ancora senza direttore generale, con una gestione commissariale che da sempre abbiamo ritenuto essere caratterizzata da profili di illegittimità e che, alla luce di alcuni articoli stampa di questi giorni, sembra sia alla sua fase conclusiva per l’approdo in altri lidi della dottoressa Pulvirenti. L’aspetto più allarmante è che, con l’uscita della Pulvirenti, si creerà il vuoto di governance anche all’Asm, che rimarrà in difetto della figura del direttore generale.
Siamo fortemente preoccupati per come si sta gestendo la sanità pubblica in Basilicata, proprio in ragione di quella bussola guida che Cartabellotta indica nell’art. 32 della costituzione».

«Sembra che in questi giorni si stiano svolgendo i colloqui per la nomina del direttore generale del Crob, colloqui che stanno avvenendo per effetto di procedure e metodi che ancora una volta lasciano molto perplessi. L’ultimo avviso di selezione è stato approvato con la delibera di Giunta regionale n. 359 del 16 giugno 2023. Nonostante fosse già vigente una graduatoria di idonei, la Regione Basilicata aveva già pubblicato un primo avviso in data 28 ottobre 2022; i termini di detto avviso erano poi stati riaperti il 21 dicembre 2022 e la procedura di selezione si era conclusa con una rosa di idonei proposta dalla commissione di valutazione, dapprima comprendente tre soggetti idonei, poi integrata a quattro».

«Negli atti della commissione si legge che la rosa di quattro non si prestava ad ulteriore integrazione “alla luce dei colloqui sostenuti dai candidati”. Come a dire che stando ai colloqui fatti, nessun’altra competenza poteva essere proposta per la guida del Crob. E ciò risalta in maniera particolare se consideriamo il fatto che tra i partecipanti c’era anche qualcuno che stava già ricoprendo funzioni dirigenziali strategiche nelle aziende sanitarie della nostra regione. A fronte del giudizio chiaro espresso dalla commissione di valutazione e a seguito della mancata disponibilità richiesta a solo due dei soggetti in rosa, invece che procedere ad acquisire l’eventuale disponibilità degli altri due soggetti, si è pensato bene di bandire un nuovo avviso, con la nomina di nuova commissione. Altro giro, altra corsa. Ancora una volta facciamo appello alla politica affinché inizi ad affrontare con competenza e responsabilità i problemi della sanità lucana, senza più indugi e con la determinazione e la serietà che la materia richiede», conclude Rizzo.

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