Sono diverse le iniziative promosse in Basilicata dalla Cisl per la Giornata internazionale della donna. Comune denominatore: riflettere sulla condizione femminile per promuovere una reale parità di genere nel lavoro e nella società. Per ricordare che lotta per la parità va condotta ogni giorno, non solo nella canonica giornata dell’8 marzo, la Cisl rilancia la campagna social #iolottotuttolanno con un nuovo contributo, questo mese dedicato al tema del violenza di genere, fenomeno che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità «coinvolge un terzo delle donne in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro appartenenza a diverse fasce socioculturali. Una violenza che ha luogo in casa, per strada, a scuola e nei luoghi di lavoro».
Un impegno, quello contro la violenza di genere, che deve partire dalle scuole e dal coinvolgimento attivo dei giovani. E sono proprio i giovani i protagonisti della mostra dal titolo «Donna è Futuro», promossa dal coordinamento donne della Cisl Basilicata e dall’Istituto d’istruzione superiore Duni-Levi di Matera in occasione della Giornata internazionale della donna. La mostra, nella quale gli alunni e le alunne del liceo artistico raccontano le donne, sarà aperta al pubblico l’8 e il 9 marzo nei locali del Palazzo Malvinni Malvezzi, in Piazza Duomo, a Matera, nei seguenti orari: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18. «L’iniziativa è volta a sensibilizzare i giovani alla parità di genere e a valorizzare il loro fattivo apporto per un cambiamento concreto nella società odierna», spiega la coordinatrice donne della Cisl lucana Margherita Dell’Otto.
Le donne come portatrici di una cultura di pace sarà invece il tema della riflessione che si terrà l’8 marzo a Potenza, alle 10, nella sala conferenze della Fnp Cisl, in Via Isca del Pioppo 92/B, organizzata dal sindacato pensionati della Cisl in collaborazione con l’Anteas Basilicata. A discutere delle «Donne nella tradizione e nei saperi per una cultura di pace» saranno – dopo i saluti del segretario generale della Fnp Cisl Basilicata Giuseppe Amatulli e del presidente dell’Anteas Basilicata Nicola Pica – la prof.ssa Lorenza Colicigno e la chef Enza Barbaro, presidente dall’Associazione Cuochi Italiani, che lo scorso novembre, in occasione della ottava settimana della cucina italiana nel mondo, ha lanciato da Palazzo Italia, a Bucarest, un messaggio di pace ideando una torta con le bandiere israeliana e palestinese. L’appuntamento sarà coordinato dalla responsabile delle politiche di genere della Fnp Cisl Basilicata Liliana Guarino.
«L’8 marzo, Giornata internazionale della donna, è per la Cisl Basilicata l’apice di un impegno verso cui si profondono energie tutto l’anno, per avvicinarci ad un traguardo di parità e di pari opportunità che ci appare comunque molto lontano e soprattutto sempre irto di insidie e cadute, rappresentati dalle reali possibilità di accesso a istruzione e servizi sanitari, da un lavoro dignitoso e remunerato paritariamente, dal rispetto dei diritti sociali e civili, ma anche dalla realizzazione delle proprie potenzialità e aspirazioni. Perché se è vero che ‘la rivoluzione femminile è stata l’unica rivoluzione riuscita del Novecento’, secondo il World Economic Forum nel mondo occorrono ancora 135 anni per raggiungere una piena parità di genere». È quanto si legge in una nota congiunta della segreteria regionale e del coordinamento donne della Cisl Basilicata.
«In Basilicata, in occasione della programmazione della spesa dei fondi 2021-2027, occorre rafforzare ancora di più le politiche di genere per incidere sulla quantità e la qualità dell’occupazione femminile che, a nostro avviso, rappresenta il faro guida e la vera chiave di svolta per migliorare la qualità della vita di tutta la società lucana. L’occupazione femminile nella nostra regione è arrivata al 40 per cento, migliore rispetto alla media del Sud e con una crescita negli ultimi dieci anni di circa il 4 per cento, al netto dell’arretramento causato dalla pandemia, tuttavia lontana dagli obbiettivi europei e dalla media italiana».
«Siamo convinti che leggere la realtà con gli occhi del divario uomo-donna aiuti a costruire una società migliore, perché una significativa crescita delle infrastrutture sociali, a partire dai servizi educativi 0-6 anni e dall’incremento del tempo pieno produce l’effetto di liberare quello delle donne, oltre che creare nuovo lavoro, e contribuirebbe ad equilibrare l’ancora altissimo divario sul lavoro di cura, permettendo così una maggior permanenza nel mondo del lavoro e favorendo una riduzione delle dimissioni volontarie post-maternità. In una società in cui vive bene una donna vivono bene anziani, bambini, soggetti fragili, perché si trasforma progressivamente in una società inclusiva, che incrementa i servizi sociali, che si fa carico della cura ad ampio raggio e accresce la sua capacità di mettere a valore la diversità e di essere resilienti alle trasformazioni epocali».