A 50 anni dallo Statuto dei lavoratori, Cgil Cisl Uil riflettono su diritti sociali e pandemia

Per celebrare i 50 anni dello Statuto dei lavoratori – la legge 300 fu infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 20 maggio 1970 – le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un convegno on line che si terrà mercoledì, 20 maggio, alle 16, in diretta streaming sulle pagine Facebook delle tre organizzazioni sindacali e sulla piattaforma LiveGo. Interverranno i segretari generali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli; l’On. Cesare Damiano; Marta Fana, ricercatrice di economia al Sciences Po di Parigi; Giuseppe Acocella, rettore dell’Università Giustino Fortunano. I lavori saranno coordinati dal giornalista Vito Verrastro.

“Lo Statuto dei lavoratori, a distanza di mezzo secolo dalla sua approvazione, rappresenta tutt’ora lo scheletro giuridico che disciplina i rapporti tra lavoratori e imprese, a dimostrazione della lungimiranza delle forze politiche che vollero approvarla sotto la guida di Gino Giugni. Per noi resta una sorta di Costituzione di secondo rango che dà piena e organica attuazione ai diritti sociali sanciti dalla Costituzione repubblicana. La legge 300 fu il culmine di un movimento sociale che aveva visto qualche anno primo lavoratori e studenti marciare insieme per un paese più giusto e, proprio in quanto espressione delle forze progressive, incontrò sul suo cammino resistenze e tentennamenti”.

“Mentre il paese piombava nella stagione buia del terrorismo e della strategia della tensione e nelle città risuonava l’eco delle bombe – continuano Summa, Gambardella e Tortorelli – il movimento sindacale italiano, con lo Statuto dei lavoratori, seppe guardare avanti rifondando su una più ampia base sociale il patto repubblicano del ’48 e aprendo al contempo una feconda stagione di riforme che di lì a poco avrebbe cambiato profondamente il volto della società italiana. Nonostante i ripetuti tentativi, a volte riusciti, a volte sventati, di manomettere e stravolgere il senso di questa legge fondamentale, lo Statuto dei lavoratori si conferma ancora baluardo di diritti e di democrazia. È per questo che, seppure con le inedite costrizioni imposte dalla pandemia, abbiamo deciso di celebrare comunque questo appuntamento per ricordare che i diritti non vanno mai dati per acquisiti ma sono una conquista da rinnovare quotidianamente”.

“Oggi, mentre il paese è alle prese con le lacerazioni provocate al tessuto economico e sociale dalla pandemia e nella società il disagio rischia di degenerare in rabbia, ribadire l’importanza dello Statuto dei lavoratori assume il significato di un monito a quanti pensano di riproporre in nome dell’emergenza vecchie ricette che, nell’attuale contesto, finirebbero per allargare le disuguaglianze sociali. Questo è il momento della coesione e dell’unità. Dalla pandemia si esce con la consapevolezza che ciascuno è parte di un destino comune e che nessuno può salvarsi da solo. In tal senso, ricordare oggi le conquiste sociali del passato deve essere uno sprono per immaginare nuove e più avanzate conquiste per il futuro del movimento dei lavoratori, con strumenti e diritti adeguati ai tempi, per ampliare la coperta dei diritti e della rappresentanza a chi oggi non ha né diritti, né voce”.

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