«Entro la fine di quest’anno i locali dell’ospedale di Melfi adibiti alla preparazione dei pasti saranno soppressi e le maestranze potrebbero essere trasferiti nei centri cottura di Pescopagano o Tito». È quanto rendono noto le segreterie regionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs a seguito di interlocuzioni informali avute con la ditta Serenissima. Per i lavoratori il trasferimento implicherebbe un aggravio di 40-70 chilometri per sole tre ore di lavoro al giorno. Di qui la decisione di proclamare lo stato di agitazione. I sindacati hanno appreso che, nelle more dei lavori di ristrutturazione che interesseranno il nosocomio di Melfi, «l’azienda ospedaliera non ha previsto la messa a disposizione di un altro locale idoneo all’espletamento del servizio e che sono in corso tra la committente e l’azienda affidataria Serenissima incontri aventi ad oggetto il trasferimento del centro cottura a Pescopagano o Tito».
Una scelta, denunciano i sindacati in una nota, che arrecherebbe anche «un notevole disagio al servizio, alla comunità e ai beneficiari dello stesso». Per Fisascat, Filcams e Uiltucs sono «chiari i disagi di natura economica per lavoratori con contratti part-time e i rischi ai quali andrebbero incontro, soprattutto nel periodo invernale, nel compiere più volte al giorno il tragitto tra Melfi e il nuovo centro cottura». I sindacati hanno indirizzato al Prefetto di Potenza la richiesta di convocazione di un incontro urgente alla presenza della ditta Serenissima e della committente, preannunciando che «utilizzeranno tutti gli strumenti messi a disposizione dalla L. 146/90 al fine di tutelare i legittimi interessi retributivi delle maestranze e i loro diritti afferenti la sfera della salvaguardia della salute e della sicurezza».