Siamo arrivati a ciò che era facile prevedere e che, temo, non sarà l’epilogo di un inevitabile e aspro scontro istituzionale che non ha aiutato il servizio di tutela ambientale della Basilicata, ha impedito la valorizzazione delle competenze e delle professionalità del personale dell’agenzia, ha ridotto ulteriormente l’immagine di credibilità e affidabilità che deve essere patrimonio incontestabile dell’Arpab. Alla luce delle ultime vicende che hanno inasprito i rapporti tra Regione e Arpab e messo in discussione l’equilibrio relazionale tra i due enti, è risultato improcrastinabile un chiarimento istituzionale per ridefinire i confini dei rispettivi ruoli. Risulta davvero difficile immaginare, pur nell’ambito dell’esercizio dell’autonomia gestionale assegnata dalla norma costitutiva del sistema Arpa nazionale, che venga messo in discussione proprio l’assetto che deve garantire un servizio così delicato e essenziale per la Basilicata e che deve vedere nella Regione il soggetto di programmazione e coordinamento delle politiche di tutela ambientale e salvaguardia del territorio e nell’Arpab il soggetto attuatore e armonizzatore di questi indirizzi insieme a quelli nazionali.
L’Arpab, purtroppo, nel corso del tempo non è riuscita a consolidare quell’immagine di credibilità e autorevolezza necessarie allo svolgimento di un ruolo così fondamentale e delicato, sono mancati gli investimenti, le risorse e sopratutto un progetto complessivo che riuscisse ad armonizzare gli indirizzi politici con la visione di tutela ambientale della società civile; cosa ancor più grave, in questi anni è mancato il ruolo propulsivo del governo regionale per dotare la Basilicata di un’agenzia forte ed efficiente, a partire dall’urgenza di bandire i concorsi per la copertura del fabbisogno di risorse umane che la stessa agenzia ha finalmente reso noto. In questo scenario sono passati inosservati l’abnegazione e i sacrifici del personale che, pur non ricevendo spesso i giusti riconoscimenti in termini di considerazione ma anche contrattuali, ha comunque consentito lo svolgimento di un servizio prezioso in assenza di mezzi e prospettive. A tutti sono noti i numeri dell’agenzia in termini di personale, risorse, investimenti, mezzi ecc. e come questi mortifichino l’Arpab nel confronto con le agenzie di altre regioni.
Per questo la Cisl non vorrebbe che la proposta di riordino del sistema dell’arpa regionale avanzata dalla giunta fosse solo l’ultimo atto dell’aspro scontro istituzionale che si è consumato in quest’ultimo anno. È invece giunto il momento che la Basilicata consideri finalmente le politiche di tutela ambientale come un investimento per il futuro e un elemento fondamentale negli asset di sviluppo regionale, dotandosi di un’agenzia forte e autorevole, con personale considerato e di indiscussa competenza, potendo contare con certezza su un piano di investimenti frutto di un progetto condiviso con le rappresentanze sociali e della società civile. La Basilicata non più permettersi di essere la cenerentola tra le regioni su questi temi, ma ancor più non può essere inerme e permissiva in un contesto ambientale che, con la presenza massiccia di produzioni petrolifere, presenta la necessità di una vigilanza forte e capillare sul territorio e sopratutto di una collaborazione e un pratico coordinamento tra le attività del governo regionale e quelle dell’agenzia. Si è perso troppo tempo per una guerra istituzionale che non ha giovato all’ambiente, al servizio, al personale e all’intera Basilicata.
Enrico Gambardella
Segretario generale CISL Basilicata