Basilicata in zona rossa, per Cgil Cisl Uil non è un caso

“Il passaggio della Basilicata nella zona rossa non è casuale e tanto meno riferito solo all’aumento dell’indice di contagiosità. Piuttosto evidenzia tutti i limiti della gestione pandemica della sanità lucana e della completa assenza di programmazione. Assenza di un tracciamento strutturato ed organico, pochi tamponi mentre i tremila annunciati mesi fa restano un lontano miraggio. Scuole abbandonate a se stesse, senza alcuna costante e pianificata attività di screening, come se i tamponi effettuati una tantum possano consentire di avere la situazione sotto controllo”. È quanto affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Basilicata Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli.

“Questa situazione – continuano i dirigenti sindacali – risente di un dipartimento regionale della Salute ormai destrutturato, prevalentemente orientato ad impartire disposizioni alle Direzioni delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere più che a programmarne le attività. Al netto dei ritardi e delle difficoltà registrate su tutto il territorio nazionale, la nostra regione non si sta certo contraddistinguendo per celerità e lungimiranza gestendo più nella logica della gestione quotidiana dell’emergenza e delle criticità che nella pianificazione delle azioni necessarie ad evitare di non farci sprofondare nel “rosso” dell’emergenza, come purtroppo è accaduto.

Perdura, inoltre, la carenza di strutture in grado di accogliere i cittadini positivi al Covid 19, i cosiddetti hotel Covid, lasciando le famiglie a gestire da sole i familiari positivi. La rete della sanità pubblica è ridotta a poche unità in anni di non curanza e mancano in alcuni casi le procedure organizzative e la capacità di agire in modo rapido come richiesto dall’emergenza. Solo dal mese di aprile dello scorso anno la Regione si è dotata di strumenti informatici di gestione dell’emergenza e di ulteriori competenze che hanno agevolato la risoluzione di alcuni problemi, ma è evidente che a oggi la storia si ripete, registrando una perdurante incapacità di arginare questa nuova ondata del contagio.

Le poche risorse del territorio – continuano Summa, Gambardella e Tortorelli – sono nuovamente in affanno e non vorremmo replicassero i modelli già conosciuti, segnati dalla confusione, che hanno imperato a inizio pandemia basati sull’autosufficienza. Si continua a sottovalutare la situazione degli infortuni sul lavoro da Covid. L’Inail nel rapporto di febbraio ha dato notizia del primo decesso in Basilicata da Covid 19 contratto al lavoro. Secondo il report più aggiornato nel periodo gennaio 2020-gennaio 2021 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 in Basilicata sono 710 (562 in provincia di Potenza e 148 in provincia di Matera), con un numero maggiore di donne (426) rispetto agli uomini (284). I casi sono aumentati di 148 casi (+26,3%).

Il sensibile aumento ha interessato entrambe le province, ma in particolare quella di Potenza. L’analisi nella regione per mese dell’evento individua novembre 2020 come il mese più critico per le denunce, concentrando il 39% dei 710 casi pervenuti dall’inizio dell’epidemia, seguito da dicembre e da gennaio 2021. L’andamento regionale dei contagi denunciati nella nostra regione – come sottolinea l’Inail – è analogo a quello nazionale ma ne differisce per intensità: inferiore alla media italiana in occasione della prima ondata, superiore nella seconda. Cgil, Cisl, Uil insistono per la piena attuazione dei protocolli di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro.

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