Il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo è intervenuto nel pomeriggio al 13° congresso della Cgil Basilicata in corso a Potenza. Unità sindacale, pluralismo, concertazione, legalità e patto sociale i punti salienti del suo intervento. «Il congresso – ha aperto Cavallo – è il momento più alto di democrazia sindacale, il luogo dove la voce di milioni di lavoratrici e lavoratori trova la sua sintesi e diventa una sola voce. È anche l’occasione per fare con coscienza e spirito critico il bilancio del lavoro fatto e per tracciare il sentiero che dovrà accompagnarci verso il futuro. E tocca alle forze democratiche di questo paese fare in modo che il futuro non sia un’incognita di cui avere timore ma una speranza da coltivare».
Il segretario della Cisl ha sottolineato che «l’unità sindacale è più forte se c’è il riconoscimento del valore del pluralismo, dove pluralismo significa rispetto anche delle scelte non condivise. Noi crediamo che questo sia il segreto della longevità del sindacalismo confederale nel nostro paese. Essere uniti nella diversità significa avere un profondo rispetto delle idee degli altri e sforzarsi ogni giorno per trovare i punti in comune e su di essi costruire proposte, piattaforme, idee. È un modello a cui dovrebbe guardare anche la politica che oggi vive una crisi di rappresentanza che è prima di tutto una crisi di metodo e di fiducia».
«Il tema è quale democrazia diamo a questo paese per uscire dalla crisi», ha aggiunto Cavallo avvertendo che «il modello non può essere quello che abbiamo visto finora, della politica arroccata sulle sue prerogative elettoralistiche, modello che si è dimostrato inadeguato a gestire le sfide del presente. Noi crediamo che la politica sia più forte se non si chiude nel palazzo ma si apre ai corpi sociali intermedi, alla ricchezza di contenuti che sa esprimere la società civile. Bisogna guardare al territorio non come un luogo da colonizzare con decisioni prese dall’alto, ma come una comunità che deve avere voce in capitolo sul proprio futuro».
«In questi anni – ha ricordato Cavallo – Cgil, Cisl e Uil hanno svolto un proficuo lavoro di supplenza della politica per immaginare la Basilicata del domani. Uno sforzo di elaborazione e di proposta che ha supplito alle carenze delle forze politiche con proposte calibrate e puntuali, nate da una lettura in profondità della società lucana e rese possibili dal radicamento territoriale e sociale del sindacalismo confederale. Quel radicamento che ci ha consentito di rispondere con fermezza alla sfida lanciata dalle organizzazioni criminali nel Metapontino. Cgil, Cisl e Uil sono il bastione nella lotta alla mafia e contro ogni forma di illegalità e sopruso dei più forti contro i più deboli».
Il segretario della Cisl lucana ha poi rilanciato la proposta del patto sociale e di «una grande stagione di concertazione per rilanciare la contrattazione ad ogni livello e per ricreare quel clima di collaborazione tra sindacato, imprese e istituzioni che nei primi anni ’90 ci consentì di superare uno dei momenti più difficili della nostra storia e di creare la cornice giuridica e politica per gli ultimi grandi investimenti nel Mezzogiorno d’Italia. La concertazione è il metodo che deve servire a sorreggere una visione del futuro e a governare le grandi sfide della congiuntura».
«Transizione energetica e digitale, PNRR, cambiamento climatico, transizioni lavorative e nuove forme di marginalità sociale, salute e sicurezza, sono sfide, tra le tante, che vanno giocate sul terreno della partecipazione e del protagonismo del sociale. Oggi viviamo un’epoca carica di incertezze alimentate dagli effetti collaterali della pandemia, dalla guerra russa in Ucraina, dai cambiamenti tumultuosi che stanno cambiando la geografia dei rapporti economici e politici a livello internazionale.
«Si tratta di governare le sfide del presente con tutte le loro interdipendenze. È un compito – ha concluso il numero uno della Cisl – che possiamo svolgere rimettendo la comunità e il lavoro al centro dell’agire sociale, senza muri né barriere, nella consapevolezza che nessuno si salva da solo e che il destino di ognuno è legato indissolubilmente a quello di ogni altro».