“I centri di prima accoglienza per richiedenti asilo rischiano di diventare dei parcheggi autogestiti privi dei necessari requisiti di sicurezza”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che torna sulla questione dopo l’infruttuoso incontro di questa mattina alla direzione provinciale del lavoro, incontro convocato per procedere al cambio di appalto e al quale non si è presentata la cordata composta da Arci Basilicata, Il Sicomoro e Città della Pace che da ieri ha preso in carico i 37 migranti prima ospitati nel centro di accoglienza di San Nicola di Melfi e ora dislocati in tre diverse strutture a Rionero, Ripacandida e Atella. Nel ribadire le critiche già espresse dalla Fisascat Cisl alla “infelice scelta della prefettura di procedere allo smantellamento del centro di accoglienza di Melfi nonostante la proroga accordata lo scorso 30 giugno”, il leader della Cisl punta il dito contro il sistema di accoglienza messo in piedi in Basilicata, “un sistema che è tutt’altro che il modello di accoglienza tanto decantato dal governatore Pittella”.
“Parliamo di strutture autogestite dagli stessi ospiti con personale ridotto ai minimi termini per effetto di un bando di gara che non tiene conto degli standard stabiliti dal ministero degli Interni sotto il profilo della dotazione organica necessaria ad assicurare, oltre all’assistenza, un adeguato livello di controllo e sicurezza delle strutture. A fronte di oltre un migliaio di migranti attualmente ospitati nelle strutture del potentino, numero che è destinato ad aumentare nelle prossime settimane – osserva Falotico – ci risulta che il numero di addetti impegnato nei centri sia di gran lunga inferiore alle necessità. Quale livello di sicurezza si può mai garantire – continua il segretario della Cisl – senza operatori e professionalità specializzate e senza un controllo continuo nelle strutture ospitanti? Al momento non è dato capire quanti dei 56 addetti dei tre centri di accoglienza della cooperativa sociale Auxilium saranno riassorbiti dai nuovi gestori, né si comprende come la prefettura intenda organizzare l’accoglienza sul territorio”.
“In tal senso sollecitiamo la prefettura di Potenza ad attivare ogni sforzo al fine di coordinare sul territorio un sistema di accoglienza di qualità, evitando la proliferazione di strutture improvvisate senza un numero adeguato di operatori e sostanzialmente autogestite dagli stessi ospiti”. Falotico chiama in causa anche il ministero degli Interni e il governo regionale “affinché vigilino sul rispetto dei protocolli di accoglienza in modo da assicurare da un lato una concreta assistenza ai richiedenti asilo e dall’altro un adeguato livello di controllo e sicurezza delle strutture al fine di non fomentare un clima di diffidenza e paura tra la popolazione. Una società che voglia essere realmente aperta e inclusiva e dare un adeguato livello di accoglienza ai migranti e rifugiati, come recita la legge recentemente approvata dal Consiglio regionale – conclude Falotico – non può sottovalutare la sicurezza dei cittadini”.