Uno degli assi portanti del PNRR è lo sviluppo del digitale che se non accompagnato parimenti da uno sviluppo delle competenze digitali dell’ intera cittadinanza rischia di non essere realizzato. Il divario digitale si va infatti a sommare ai fattori di disuguaglianza già esistenti dalla condizione sociale al luogo di residenza, moltiplicando l’ esclusione.
Il 27% delle risorse del PNRR è dedicato alla transizione digitale, con un’attenzione particolare proprio al tema delle competenze, per migliorare le competenze dei cittadini è prevista entro il 2026 l’attivazione di 3 mila centri di facilitazione di cui 1.200 al Sud, si tratta di centri in cui i cittadini potranno seguire percorsi di formazione per l’acquisizione delle competenze digitali ormai indispensabili nella vita quotidiana di tutti. La strategia per il digitale del PNRR, prevede infatti di colmare divari tra i territori e tra l’Italia e gli altri Stati europei, e portare almeno al 70% la percentuale di italiani con competenze digitali di base.
Questi centri saranno punti di accesso fisici, situati in biblioteche, scuole e centri sociali, le attività di facilitazione potranno essere integrate anche dalla realizzazione di percorsi formativi erogati da soggetti come cooperative sociali, fondazioni, associazioni del terzo settore che forniscono ai cittadini formazione digitale in presenza e online.
Gli assi di intervento individuati dal piano sono quattro: incrementare lo sviluppo delle competenze digitali necessarie all’interno del ciclo dell’istruzione e della formazione superiore, potenziare e sviluppare le competenze digitali della forza lavoro, sia nel settore privato che nel settore pubblico, sviluppare competenze specialistiche Ict per conquistare nuovi mercati e nuovi posti di lavoro, potenziare le competenze digitali necessarie per esercitare i diritti di cittadinanza, inclusa la piena fruizione dei servizi online
La Conferenza delle Regioni ha approvato il piano presentato dal Dipartimento per la trasformazione digitale dedicato allo sviluppo della Rete dei servizi di facilitazione digitale, è ora in corso un lavoro di co-progettazione finalizzato alla ripartizione dei 135 milioni previsti dalla misura, attraverso singoli accordi con le Regioni. Successivamente sarà compito di quest’ultime emanare i bandi locali per l’individuazione dei punti di facilitazione. Priorità viene data alle fasce della popolazione a maggior rischio di “digital divide”, ossia il fenomeno sociale con cui si registra la netta separazione all’interno della popolazione fra coloro che hanno possibilità di accesso adeguato ad internet e coloro che, per scelta o fattori esogeni principalmente economici ed educativi, non ne hanno.
Molte regioni hanno già attivato, di propria iniziativa centri di facilitazione digitale, ne sono presenti in Italia già 600, la regione Basilicata nella classifica del Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea è quart’ultima con un indice pari al 27%, prima la Lombardia con un indice pari al 72%, la Basilicata è in particolare sofferenza proprio nell’ambito delle competenze di alfabetizzazione digitale del capitale umano, pertanto questa opportunità storica di sostegno significativo al compimento del percorso di alfabetizzazione digitale dei cittadini è da cogliere con grande prontezza.
Da tempo raccomandiamo di svolgere percorsi formativi sul digitale anche per gli anziani che sono una parte preponderante della popolazione lucana e che più di tutti sono esclusi di fatto dai processi di digitalizzazione, ormai pervasivi in ogni ambito dalla sanità, ai trasporti, ai servizi bancari, ai rapporti con la PA, sempre più frequentemente questo si traduce in una esclusione dall’accesso ai servizi, una rinuncia alle cure, una rinuncia alla possibilità di usufruire di servizi, e parallelamente, per la fascia di anziani più in difficoltà è necessario creare in ogni comune lucano dei punti di assistenza per anziani che devono svolgere adempimenti o usufruire servizi in maniera digitale.
Luana Franchini
Segretaria confederale Cisl Basilicata
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