La bonifica della ex Materit è solo la punta di un iceberg che interessa pressoché tutte le aree industriali della regione. Ora si acceleri sul nuovo piano di caratterizzazione e si metta in campo uno studio epidemiologico capillare sui lavoratori che per anni sono stati esposti alle polveri di amianto della ex Materit”. È quanto sostengono il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, e il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella, che sollecitano al contempo la Regione Basilicata ad “individuare i siti industriali da bonificare in attuazione del recente decreto ministeriale sui cosiddetti ‘siti orfani’, ovvero i siti contaminati la cui bonifica è a carico della pubblica amministrazione”.
“Nelle aree industriali della Basilicata, da Tito alla Valbasento e non solo, sono molteplici le situazioni di forte e persistente criticità ambientale. Anche sulla scia dello stanziamento di 2,3 milioni di euro approvato dal ministero dell’Ambiente – continuano i due sindacalisti della Cisl – la bonifica dei siti industriali inquinati e abbandonati nel tempo a sé stessi non può più attendere e va assunta come priorità dell’azione delle istituzioni locali”. Gambardella e Carella sostengono che “nel corso degli anni i lavoratori e le comunità hanno pagato un prezzo salato all’immobilismo delle istituzioni” e che “il rilancio dell’economica lucana non può prescindere dalla concreta realizzazione dei piani di bonifica, a partire dai siti di interesse nazionale, passaggio che è propedeutico ad ogni ipotesi reale di rilancio produttivo e occupazionale delle aree in questione”.
Per i due esponenti della Cisl “proprio la bonifica dei siti industriali dismessi rappresenta la prima occasione per testare la nuova governance varata dalla Regione Basilicata con la costituzione della società API Bas. Riteniamo, al netto delle più che fondate critiche di merito che abbiamo più volte espresso su questa soluzione, che la sfida della sostenibilità ambientale lanciata dall’Europa con il Next Generation EU vada raccolta pienamente con l’adozione di piani e progetti concreti. Per quanto ci riguarda – concludono i segretari di Cisl e Femca – la salvaguardia della salute delle comunità e dei lavoratori deve andare di pari passo con il rilancio dello sviluppo economico”.