«Quello che emerge dalle analisi condotte da Istat, Inps e Banca d’Italia sull’economia lucana negli ultimi dieci anni è che nel 2015 c’è stato un picco di positività grazie al valore aggiunto del settore automotive che è triplicato con un aumento degli occupati del 50 per cento, ma nell’indotto solo del 10 per cento a dimostrazione che quest’ultimo è sempre stato un po’ più fragile ed ha mancato l’occasione di rafforzarsi, accontentandosi di essere a traino con fatica. Il tutto dentro un quadro di crescita del Pil che negli ultimi 10-15 anni ha seguito la tendenza italiana». Questo il commento del segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo in merito al convegno che si è tenuto questa mattina all’Università della Basilicata sul tema «L’economia della Basilicata nell’ultimo decennio: riflessioni per una prospettiva di sviluppo».
Secondo Cavallo «a rimanere costante in Basilicata è l’emigrazione, come se non ci fosse fiducia di una possibile inversione di orizzonte. Guardando ai dieci anni passati – aggiunge il segretario della Cisl – emerge un atteggiamento generale di attesa degli eventi, anche da parte di quei livelli istituzionali che sarebbero deputate a svolgere la fondamentale funzione di programmazione dello sviluppo. In tale direzione, l’università di Basilicata può e deve mettere a disposizione dati e conoscenze per promuovere l’innovazione nel sistema produttivo lucano. Serve recuperare una visione di lungo periodo e contrastare lo sguardo corto della politica. Questo lo può fare solo il sistema della ricerca, dell’università e degli stakeholder, perché la politica, quando va bene, pensa ai prossimi cinque anni, ma per come è composta la Basilicata, con comuni piccoli situati in aree interne, le politiche devono avere una prospettiva più ampia».
«Per questo sollecitiamo da tempo un cambio radicale della politica e delle politiche con un patto sociale che richiami alla responsabilità tutti gli attori sociali del territorio. Il confronto politico avviato con istituzioni e forze politiche della regione – conclude Cavallo – deve poter avere un orizzonte largo e programmatico in ragione della vastità delle scelte strategiche che servono al futuro della Basilicata».