Nella giornata di ieri, si sono succedute le manifestazioni di sdegno e di protesta, rispetto al comportamento del responsabile regionale del servizio di screening oncologico, che pubblicava, nella mattinata di ieri, un post sul proprio profilo Facebook contenente offese inaudite, un linguaggio scurrile e una violenza sconvolgente nei confronti di alcune donne. Di tutte le donne, ci sentiamo di affermare. È infatti indifferente a chi quelle parole fossero rivolte. Inaccettabili restano sia per il contenuto che per la forma, con l’aggravante che a proferirle è Salvatore Conte, responsabile – per conto della società Fora – di un importantissimo servizio regionale esternalizzato, quello dello screening oncologico.
Si tratta, dunque, di un ambito di importanza enorme e di grandissima delicatezza. Ci chiediamo come debbano sentirsi, ad esempio, le donne malate oncologiche a leggere parole che esprimono una cultura tanto violenta, irrispettosa non solo delle donne, ma della vita umana, e che rivendicano, peraltro, una scala valoriale su cui è quantomeno lecito interrogarsi. Una cosa è certa, a nostro parere: non è possibile che il Sig. Conte continui ad occupare quel ruolo.
Nessuno immagini che possano bastare scuse, peraltro goffamente e tardivamente espresse. Nessuno immagini di risolvere la questione con un buffetto sulla guancia. Permane tutto, infatti, il tema della assoluta inadeguatezza di chi riveste quel ruolo. Chi ha responsabilità politiche se le assuma fino in fondo e tragga le dovute conseguenze o si renderà complice di detti inaccettabili comportamenti.
Noi, donne dei sindacati confederali, non arretreremo. Vigileremo affinché la questione venga risolta e venga garantita a tutte le donne e a tutti i cittadini la serenità e la affidabilità nella gestione di un servizio tanto importante e delicato. Resta un’ultima riflessione da fare sull’amarezza che proviamo nel constatare il silenzio pressoché totale, al netto di isolate posizioni, dei partiti politici tutti sulla vicenda. Bisogna pensare che per gli stessi ritengono irrilevante la questione? Che si tratti solo di una vicenda di “interesse femminile”? Di un tratto folkloristico del personaggio?
Vogliamo ricrederci e aspettiamo fiduciose che i leader politici e i responsabili istituzionali e politici della nostra regione assumano posizione in merito o, come troppo spesso accade in questa regione, si darà la sensazione che, in fondo, queste siano questioni secondarie, con la tacita assunzione che una cultura e un linguaggio del genere siano tutto sommato consentite a chi occupa responsabilità rilevanti nel pubblico.
Coordinamento donne Cgil Cisl Uil di Basilicata