Il segretario generale della Cisl Medici Basilicata Serafino Rizzo esprime il proprio disappunto per la mancata convocazione delle sigle sindacali dei medici all’audizione di ieri della quarta commissione del Consiglio regionale che aveva all’ordine del giorno l’esame del nuovo piano di organizzazione del Crob di Rionero presentato dalla Giunta regionale. «Le componenti di parte sindacale dei medici non sono state interessate, ad eccezione, stando a quello che si legge sulla stampa, di una sola organizzazione sindacale. È piuttosto singolare per non dire incomprensibile – continua Rizzo – che sul documento strategico per la riorganizzazione del Crob si decida di escludere la parte che rappresenta la dirigenza medica. Probabilmente la presidente della quarta commissione o non ha capito che nella sanità ci sono diversi comparti o volutamente vuole discriminare e mettere a tacere la voce dei medici. Chiariamo che nella Cisl, a differenza di quanto è per Cgil e Uil, la Cisl Medici è una federazione di prima affiliazione e, pertanto, autonoma rispetto alla federazione della funzione pubblica».
«Relativamente al nuovo piano di organizzazione dell’Irccs Crob, si abbia il coraggio di indicare quello che sarà il destino di questo istituto. Per quanto ci riguarda, il Crob ha senso se è in grado di svolgere realmente il suo ruolo di punto di riferimento oncologico per l’intera regione, ovvero di centro di coordinamento di una rete con avamposti territoriali, capace di assicurare una presa in carico puntuale ed appropriata dei malati oncologici. Fondamentale anche la sua missione di ricerca scientifica, da doversi inserire in un ambito di contesto nazionale. È del tutto ovvio che le opportunità di cura e di crescita professionale offerte da un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico sono rilevanti nella misura in cui vengono garantiti e sostenuti i livelli di eccellenza della struttura. Se si vuole fare una seria programmazione con l’obiettivo di rilanciare l’istituto – conclude il segretario della Cisl Medici – noi siamo pronti al confronto nelle sedi opportune; se al contrario si pensa di depotenziarlo, o di dare ad esso solo attenzioni di facciata che mirano più ad intercettare un consenso che ad affrontare seriamente le questioni, la nostra opposizione sarà ferma e determinata nell’interesse della comunità lucana e del bisogno di salute e di assistenza di chi oggi vive sulla propria pelle il calvario di una malattia oncologica».