Il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista, commentando la dichiarazione di area di crisi complessa per il comparto industriale di Melfi ricorda «l’allarme lanciato da tempo sul problema che si stava aprendo nel sito industriale di Melfi e che non era solo della Basilicata, ma di interesse nazionale, e proprio su questo si è iniziato a parlare di crisi complessa dell’aerea dell’automotive attraverso il tavolo tecnico sul polo produttivo automotive istituito in Regione Basilicata con l’assessore Galella, nel quale la Confindustria e le sigle sindacali rappresentavano le proprie preoccupazioni su volumi produttivi e sulla conseguente tenuta occupazionale dell’indotto, avvertendo che si poteva aprirsi una crisi industriale delicata e complessa con effetti su tutta l’economia della regione difficile da sostenere perché tutti sapevamo la situazione in cui si trovano le aziende dell’indotto, per questo bisognava avere subito il riconoscimento di aerea di crisi complessa, senza perdere ulteriore tempo».
«Il merito di questo risultato – continua Evangelista – va alla Regione Basilicata, a Confindustria Basilicata, ai politici che si sono interessati, ai sindacati, ma soprattutto alle lavoratrici e ai lavoratori che vivono in prima persona questa difficile situazione e stanno sostenendo il sindacato nelle azioni quotidiane a tutela del lavoro. Bisogna continuare ad andare avanti perché questo è un buon risultato, ma non è la soluzione del problema. Sappiamo benissimo tutti che Stellantis, per fronteggiare la mancanza di produzione, sta utilizzando il contratto di solidarietà in deroga per circa 6.000 lavoratori, di cui circa 500 sono in trasferta nei vari stabilimenti del gruppo. Il piano industriale di Stellantis, che prevede anche una linea di assemblaggio delle batterie e 4 modelli elettrici, il cui lancio inizierà gradualmente dal 2024, sta procedendo. Questo è il risultato anche dell’accordo del 25 giugno 2021 tra Stellantis e le organizzazioni sindacali, anche se non conosciamo ancora il piano operativo dettagliato del primo modello che sarà lanciato all’inizio del prossimo anno, né i volumi previsti al completamento del lancio dei quattro modelli completamente elettrici».
«Cosa sarà della 500X e delle due Jeep? Serve produrre almeno 300 mila auto all’anno per garantire i livelli occupazionali nella fabbrica di Stellantis e nelle aziende dell’indotto. A Melfi, la transizione verso i veicoli elettrici è ormai iniziata e a breve partiranno i lavori nell’unità di verniciatura, per poi proseguire nell’unità di montaggio e lastratura. Tuttavia, è importante garantire la continuità della produzione della Jeep con motorizzazione endotermica per accompagnare il processo di transizione all’elettrico e garantire i volumi produttivi in questo momento difficile, dubbioso, complicato e rivoluzionario che il settore automotive sta attraversando. Non possiamo trascurare l’importanza del polo industriale di Fca Melfi e bisogna comprendere che una fabbrica può nascere e rigenerarsi solo se si creano le condizioni adeguate. È necessario intervenire immediatamente con un progetto organico e sostenibile per la reindustrializzazione, investendo in infrastrutture, innovazione, sostenibilità e programmi energetici, altrimenti ci saranno conseguenze per molte aziende e perdita di posti di lavoro».
Secondo il segretario della Fim lucana «è necessaria un’azione forte e incisiva da parte del Governo, poiché le azioni finora intraprese sono state insufficienti, soprattutto se le confrontiamo con quanto fatto in Francia, Spagna e Germania. Siamo sulla strada giusta, lo dimostra il riconoscimento ottenuto da parte del Governo del decreto sull’aerea di crisi complessa, ma questo non basta: serve una cabina di regia e un patto forte tra Governo, Regione Basilicata, Stellantis, politica e sindacato con un progetto concreto in grado di rilanciare il sito automotive della Basilicata in una sfida globale nella produzione di auto».