La pandemia ha messo a nudo i limiti di un modello di fare impresa che ha sempre considerato la sicurezza un costo da comprimere. Il risultato è che in tanti settori che hanno proseguito gioco forza l’attività anche durante il lockdown si scontano tutt’ora difficoltà nell’assicurare quella dotazione minima di dispositivi in grado di consentire ai lavoratori di espletare il servizio nella massima sicurezza. La retorica dei lavoratori eroi è pericolosa perché rischia far passare l’idea che si possa lavorare in qualsiasi condizione. Non è così. Non deve essere così.
Ecco allora che questa Giornata cade in un momento certamente difficile ma allo stesso tempo propizio per ribadire l’importanza della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in vista della ripartenza che, è utile ribadirlo, non potrà essere ad ogni costo, certamente non al costo di abbassare le tutele di chi lavora. È un momento cruciale per il destino del paese in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte col senso di responsabilità che deriva dall’appartenere alla medesima comunità. Un passo falso adesso significherebbe smorzare l’abbrivio per la ripartenza e compromettere per molti anni il futuro di tutti.
Non vale la pena giocare al ribasso sulla sicurezza e sulla salute. Pagheremmo tutti un costo troppo salato per l’oggi e per le generazioni future. Ecco perché tengo a ribadire la necessità, anzi l’urgenza di pianificare per bene la fase due nella nostra regione, a partire da un serio piano di approvvigionamento di dispositivi di sicurezza individuali senza i quali di ogni discorso sulla sicurezza e sulla salute resterebbero solo sterili parole. Ripartire si può, farlo in modo sicuro si deve.