“L’annuncio oggi del lancio delle prime linee di produzioni ibride al mondo del gruppo Fca a Melfi con la Jeep Renegade rappresenta sicuramente un fatto importante per l’Italia e per il futuro industriale del gruppo nel nostro paese”. Lo ha detto stamane il leader della Fim Cisl, Marco Bentivogli, commentando l’annuncio del nuovo modello Renegade a motorizzazione ibrida che sarà prodotto nello stabilimento di Melfi. “La scelta di avviare le produzioni delle versioni ibride di Jeep in Italia rappresenta sicuramente un forte segnale della centralità dell’Italia nelle strategie future del gruppo Fca e del nuovo ad Mike Manley, in continuità con il piano strategico 2018-2021 presentato da Marchionne lo scorso 1° giugno a Balocco”.
“Quello dell’ibridizzazione – ha aggiunto Bentivogli – rappresenta un primo step verso il futuro dell’elettrificazione di tutte le motorizzazioni nell’area Emea e risponde alle nuove normative sulle emissioni di Co2 che saranno in vigore dal 2020 in Europa, che prevede obblighi stringenti con la riduzione dagli attuali 130 gr per km di Co2 a 95 gr per Km. Il passaggio all’ibrido nel gruppo Fca è un primo switch che, insieme alla completa digitalizzazione, porterà a un completo cambiamento dell’idea di auto”.
“Adesso è necessario anticipare i tempi di questo cambiamento affrontando la transizione delle produzioni degli stabilimenti italiani a partire da quelli che producono motori diesel e componentistica. Bisogna anticipare il passaggio aprendo da subito un confronto con l’azienda per affrontare insieme le fasi di trasformazione dei plant per salvaguardare il primato dell’industria automobilistica italiana e i lavoratori”, ha concluso il segretario della Fim.
“L’ufficializzazione da parte di Fca del prossimo avvio della produzione di Jeep Renegade a motorizzazione ibrida è una buona notizia che va nella direzione da noi più volte auspicata”. Così il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista, che parla di “svolta epocale per lo stabilimento di Melfi”. “La decisione di Fca è in linea con il piano industriale presentato lo scorso giugno e consolida la mission produttiva di Melfi quale principale stabilimento europeo del gruppo. Il fatto che esista un progetto industriale chiaro che punta a fare di Melfi una fabbrica di eccellenza di auto ad elevata tecnologia in linea con le tendenza in atto nel settore automotive mondiale stempera anche le legittime preoccupazioni legate ai contratti di solidarietà in corso”.
“Proprio il fattore umano sarà una delle chiavi di volta per il futuro di Melfi. Per questo – continua Evangelista – è importante continuare ad investire sulle persone attraverso il miglioramento continuo delle competenze dei lavoratori con l’obiettivo di arrivare a costruire la cosiddetta fabbrica intelligente. Le nuove tecnologie vanno pensate non solo come un’opportunità per l’azienda – avverte in conclusione il leader della Fim lucana – ma anche come un’occasione di crescita per i lavoratori attraverso una formazione mirata sui temi della sicurezza e delle nuove tecnologie ibride e il coinvolgimento non solo tecnico ma anche emotivo delle persone in tutte le fasi produttive”.
Intanto, questa mattina a Torino, la Fim Cisl ha presentato il rapporto sulla produzione negli stabilimenti italiani del gruppo Fca, in flessione del 3,6% rispetto al 2017, con un ulteriore peggioramento rispetto al -2,5% rilevato nel 1° semestre. Dopo 5 anni di continua crescita si registra, dunque, una battuta di arresto negli stabilimenti italiani, con le sole eccezioni di Melfi e Sevel. Nel rapporto si legge che lo stabilimento lucano è l’unico che ha prodotto in questi nove mesi, più di quanto fatto nel 2017. In particolare i risultati positivi si riscontrano per i due suv, Fiat 500X e Jeep Renegade, che complessivamente hanno raggiunto al 30 settembre la quota di 250.280 unità (+13,1 % rispetto ai primi nove mesi del 2017). La Fiat Punto, arrivata a fine produzione, si è fermata quota 28.055 vetture.
Per il segretario nazionale Ferdinando Uliano, però, “anche sulle produzioni di Renegade e 500X, che in questi mesi hanno avuto ottimi risultati, abbiamo dei segnali di qualche rallentamento da qui alla fine dell’anno. Le preoccupazioni più grandi le abbiamo dal rischio dazi sovranisti che, se attuati dall’amministrazione Usa, potrebbero impattare negativamente sulla produzione di Jeep Renegade, destinata attualmente per circa il 50% al mercato nord americano”, ha ricordato Uliano.