«I dati diffusi dalla First Cisl sulla desertificazione bancaria nella nostra regione segnalano un trend di lungo periodo che mette a rischio servizi fondamentali per la vita quotidiana di famiglie e imprese». È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo commentando i dati pubblicati oggi dal sindacato dei bancari. «Preoccupa in particolare la chiusura di sportelli bancari nei piccoli centri delle aree interne, fenomeno che si aggiunge ad un più generale processo di spoliazione che questi territori stanno subendo da decenni anche di servizi e infrastrutture pubbliche. Il tema dei servizi nelle aree interne e del ruolo che il settore bancario può svolgere per il rilancio economico e sociale dei territori – continua Cavallo – deve essere un pilastro fondamentale per il futuro della Basilicata. Ci aspettiamo dal futuro governo regionale un impegno concreto in tal senso attraverso il pieno coinvolgimento degli attori sociali e delle comunità locali, recuperando quella dimensione della partecipazione e della co-responsabilità che è l’unica alternativa di metodo per la rigenerazione economica e sociale delle aree interne».
Nel rapporto della First Cisl, con dati aggiornati allo scorso 31 dicembre, si legge che «a tre mesi dall’ultima rilevazione, in Basilicata come in tutta Italia accelera la desertificazione bancaria. Sono oggi ben 77.000 le persone (11.000 in più negli ultimi 12 mesi), che risiedono in Comuni lucani che non registrano la presenza di alcuna banca, mentre sono salite a 105.000 le persone che risiedono in Comuni con un solo sportello e pertanto a rischio di desertificazione. Anche il tessuto produttivo regionale, vede aumentare a 4.200 il numero delle imprese lucane (535 in più negli ultimi 12 mesi) che hanno sede in Comuni che non vedono la presenza di alcuna banca, mentre sono salite a 7.000 le imprese lucane che hanno sede in comuni con un solo sportello bancario».
Secondo il rapporto «la Basilicata è agli ultimo posti nella speciale classifica per l’utilizzo dell’internet banking, facendo registrare un lieve miglioramento dal 32 al 36%, contro una media nazionale del 52%.
In sintesi, il 47% dei comuni della Basilicata non ha sportelli bancari sul suo territorio; 4 municipi sono stati abbandonati negli ultimi 12 mesi. Il fenomeno della desertificazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, raggiungendo rapidamente i tre quarti dei municipi lucani: i comuni con un solo sportello sono infatti il 27% del totale. Analizzando la superficie regionale per presenza di sportelli, viene fuori che il 30% del territorio della Basilicata è stato colpito dalla desertificazione bancaria».
«Un quadro che risulterebbe ancor più critico senza la presenza delle filiali bancarie del Credito Cooperativo che andrebbe però stimolato ad investire maggiormente in presenza sul territorio. Tra i comuni più popolosi con un solo sportello bancario della BCC Magna Grecia, spicca il Comune di Tito con 7.147 abitanti, mentre il Comune di Pignola con 6.783 abitanti è da luglio 2023 completamente privo di sportelli bancari».
«Di contro – dichiara il leader nazionale Riccardo Colombani – le banche italiane aumentano dividendi e buyback e restringono il credito. Agli azionisti dei primi cinque gruppi (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm, Bper) verranno distribuiti infatti oltre 17 miliardi, ammontare pari a oltre il 10% del patrimonio netto complessivo delle 5 big, come emerge dall’analisi dei bilanci dei primi cinque gruppi bancari, condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl». Arnaldo Villamaina, segretario generale della First Cisl Basilicata, aggiunge che «dai dati Banca d’Italia aggiornati al 31/12/2022 in Basilicata sono 962 i dipendenti bancari occupati, contro i 1203 presenti al 31/12/2016, con una perdita di 241 posti di lavoro in sei anni; nello stesso intervallo i 228 sportelli presenti a dicembre 2016 si sono ridotti a 172 a dicembre 2022 con la chiusura di 56 sportelli sempre in sei anni, mentre la media di sportelli ogni centomila abitanti in Basilicata si è ridotta da 40 nel 2016 a 32 nel 2022».
Per la First Cisl la situazione è da «allarme sociale, perché nel 2024 è previsto un ulteriore peggioramento del fenomeno della desertificazione bancaria; i dati indicano che le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi e non dalla diffusione del digitale». Per tale motivo Villamaina rimarca che «è necessario affrontare il fenomeno con l’istituzione urgente di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria per inibire da una parte la corsa alla riduzione dei servizi bancari e stimolare dall’altra la competitività e l’incremento di un’attività bancaria di prossimità che crei buona occupazione; elementi necessari e trasversali allo sviluppo sociale ed economico di ogni e qualsiasi comparto produttivo regionale. Per la tutela degli interessi sociali di un territorio – conclude – banca e finanza sono due concetti diversi che andrebbero gestiti con modalità opportunamente separate e distinte».