“La situazione precaria in cui versano molte infrastrutture strategiche impone un grande piano di riqualificazione e ammodernamento dell’esistente e di realizzazione di nuove infrastrutture per migliorare la mobilità di persone e merci”. È quanto dichiara il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che in queste ore con il suo staff sta mettendo a punto gli ultimi dettagli della macchina organizzativa in vista della manifestazione nazionale di sabato indetta da Cgil, Cisl e Uil. Secondo il numero uno della Cisl lucana “la Basilicata, per quanto riguarda il tema del capitale infrastrutturale, sconta decenni di ritardi e di lungaggini burocratiche che impediscono alla regione di svolgere quel ruolo di naturale cerniera logistica tra le regioni del Sud di cui si è più volte parlato negli anni scorsi, anche in riferimento alla Zes, ma con scarsi risultati pratici finora”.
“Far partire i cantieri che sono già finanziati, come più volte sollecitato dalla nostra federazione di categoria, significa – aggiunge il sindacalista della Cisl – anche creare vera occupazione e allo stesso tempo rendere credibili e sostenibili misure come il reddito di cittadinanza che, senza una corrispondente crescita della domanda di lavoro da parte delle imprese, rischia di creare una nuova platea di assistiti e di impedire alle famiglie che oggi versano in povertà un vero percorso di emancipazione e cittadinanza; percorso che – secondo il segretario della Cisl – può realizzarsi solo attraverso la partecipazione attiva al mercato del lavoro. Al contrario dire no a tutto e bloccare per ragioni ideologiche opere già avviate – avverte il sindacalista – significa paralizzare il paese e condannarlo a un futuro fatto di declino, marginalizzazione e isolamento”.
Il segretario della Cisl rivendica anche un piano di manutenzione straordinaria del territorio per “affrontare e risolvere il problema del dissesto idrogeologico che riempie ciclicamente le cronache dei media. Vicende come quella di Pomarico – spiega Gambardella – sono il prodotto di una governance non adeguata alla gestione di un territorio storicamente fragile come quello lucano. Ora non ci sono più alibi: i venti di recessione che soffiano sull’economia italiana – conclude il segretario della Cisl – devono spingere il governo a cambiare rotta puntando sugli investimenti pubblici e sulla creazione di veri posti di lavoro partendo da un grande piano di infrastrutturazione e manutenzione del territorio”.