Arrivati al giro di boa della crisi economica seguita alla pandemia e in vista degli investimenti del recovery plan, occorre farsi trovare pronti con un’attenta valutazione dei fabbisogni formativi delle imprese locali e di lavoratori e disoccupati poiché sul rafforzamento del capitale umano si gioca in futuro la capacità competitiva della Basilicata. Tale strategia deve servire da un lato a recuperare la dispersione scolastica e a integrare i tanti giovani che non studiano e non lavorano; dall’altro a migliorare le competenze professionali degli occupati, con particolare attenzione ai nuovi saperi digitali. Serve una strategia che detti le linee guida vincolanti per gli enti che si occupano di lavoro, formazione e orientamento, come l’Arlab.
La formazione continua è un asset strategico per qualificare e far recuperare competitività al sistema produttivo lucano e il recovery fund una straordinaria occasione per centrare entro il 2025 l’obiettivo europeo del 50 per cento di adulti che partecipano in attività formative almeno una volta ogni 12 mesi. La sfida che attende le Regioni, che detengono la competenza quasi esclusiva sulla formazione professionale, è di affrontare e risolvere il gap di istruzione che ci separa dai paesi più avanzati.
Per la Basilicata, in particolare, non c’è più tempo da perdere: si tratta di recuperare subito il grande divario creato dall’assenza di un sistema regionale integrato istruzione/formazione professionale e di una attenta e costante valutazione dei fabbisogni del sistema produttivo lucano che ne guidi le scelte.
Nei recenti tavoli di confronto aperti in Regione Basilicata con le compagnie petrolifere Eni e Total abbiamo, ancora una volta, assistito alle ormai consuetudinarie affermazioni circa la carenza di manodopera specializzata lucana. Dichiarazioni che rappresentano tutto il fallimento della storica assenza di una strategia regionale che programmasse, in ragione della potenziale richiesta del sistema produttivo lucano, le politiche della formazione professionale.
Oggi, più che mai, per non continuare a perdere posti di lavoro nei settori trainanti dell’economia lucana, è necessario intervenire con una offerta di istruzione e di formazione integrata per cercare di invertire il drammatico impoverimento della quota giovanile della popolazione lucana che, sempre più spesso, si allontana dalla Basilicata non solo per cercare lavoro ma anche solo per studiare e qualificarsi.
È fondamentale che la Basilicata utilizzi al meglio le risorse della nuova programmazione delle risorse comunitarie e del Next generation UE partendo proprio dalla rapida istituzione dei due ITS (petrolio e automotive) previsti oltre quattro anni fa, ancora in attesa della precisa localizzazione, e dalla apertura di un tavolo di concertazione con le parti sociali, sindacali e datoriali, per definire un piano di lungo periodo della formazione professionale e dell’istruzione. Fare questo significa agire concretamente nelle azioni di contrasto allo spopolamento giovanile e delle aree interne.
Enrico Gambardella
Segretario generale della Cisl Basilicata