Giornata mondiale vittime dell’amianto, a 30 anni dalla L. 257/92 necessario fare il punto in Basilicata

Secondo i dati del sesto rapporto ReNaM (Registro Nazionale dei Mesoteliomi) dell’INAIL sono almeno 1.500 le diagnosi di mesotelioma annue, mentre per i tumori polmonari e gli altri tumori asbesto correlati si stima un effetto moltiplicatore da 1 a 3 rispetto al numero dei mesoteliomi, ogni anno si contanto dalle 3.000 alle 6.000 vittime dell’amianto.

 A  30 anni di distanza dalla legge 257/92 che ha messo al bando l’utilizzo dell’amianto, i dati  e le stime riferite ai danni che l’esposizione all’ amianto ha prodotto e produce sono preoccupanti, si assisterà presumibilmente ad un picco di malattie, in particolare mesoteliomi, tra il 2021 e il 2025 considerando il lungo tempo di latenza della sintomatologia correlata. Questa è un’emergenza non soltanto di natura sanitaria, ma anche sociale e giudiziaria, visto che si continuerà a morire per lo stesso motivo per moltissimi anni, se non si interverrà concretamente ed in modo definitivo.

Per quanto riguarda la Basilicata il programma di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto avviato nel 2006,  presso l’ospedale di Matera ha interessato fino al 2019 circa 2.500 persone, con un protocollo che ha permesso la diagnosi precoce di molte patologie legate all’esposizione all’amianto e ad altre sostanze cancerogene,  analoga iniziativa è stata svolta anche presso l’ospedale San Carlo di Potenza. 

Si stima che in Basilicata la platea complessiva dei lavoratori ex esposti all’amianto possa essere di circa 10 mila unità, ma i numeri dovranno essere confermati dall’Inail, mentre fino al 31 dicembre 2021 sono stati individuati 652 casi di patologie correlate.

La Cisl chiede che si prosegua sistematicamente nel programma di sorveglianza sanitaria degli esposti all’amianto  e  che questo programma diventi una attività ordinaria del Servizio sanitario regionale, inoltre occorre una diffusione della sorveglianza sanitaria degli ex esposti professionali e degli esposti ambientali con la promozione di una sorveglianza attiva secondo modalità personalizzate di una procedura che prenda in carico la singola persona e che verifichi, secondo protocolli condivisi, lo sviluppo e l’effettiva assistenza sanitaria. 

Particolare attenzione dovrà essere posta alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori ancora esposti all’amianto (addetti all’edilizia, alle bonifiche, lavoratori italiani operanti in Paesi in cui non vi è stato il bando dell’amianto). 

Si chiede inoltre che la Regione  garantisca il mantenimento e lo sviluppo dei COR, Centro Operativo Regionale, in collegamento con INAIL per lo studio epidemiologico di tutti i tumori dovuti all’amianto, a partire da quelli polmonari, anche alla luce dell’ampliamento dei relativi compiti, secondo quanto previsto dall’articolo 244 del D.lgs. 81/2008. 

Al contempo non è più rinviabile la bonifica dei siti inquinati con particolare attenzione ai siti orfani ossia quei siti  dismessi e o  abbandonati a se stessi,  ma che producono danni all’ ambiente ed alle persone, è necessario che attraverso le risorse del PNRR dedicate alla transizione ecologica e specificamente dedicate agli interventi sulle aree orfane,  si provveda ad un’ attenta e continua ricognizione dei siti orfani lucani, un monitoraggio e si predisponga per essi un piano di azione e di risanamento per la loro riqualificazione, che non dimentichiamolo può costituire una opportunità  di sviluppo economico, dato che alla Basilicata il Ministero per la transizione ecologica ha destinato circa 11 milioni di euro. 

Luana Franchini
Segretaria della Cisl Basilicata

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