Green pass, Fisascat: “Personale addetto alla sicurezza sotto organico, a rischio i controlli in Regione”

Dal 15 ottobre scatta l’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro, ma nella sede della Giunta regionale il personale addetto alla sicurezza è sotto organico. La denuncia arriva dalla Fisascat Cisl Basilicata che chiama in causa la Regione Basilicata per non aver rispettato l’accordo sottoscritto in prefettura nel 2020 che prevedeva la riorganizzazione del servizio di vigilanza armata per allinearla alle mutate esigenze emerse con la pandemia. Il tema sarà al centro della riunione del Consiglio generale del sindacato in programma domani, 8 ottobre, alle 15:30 a Potenza nella sede della Cisl regionale (anche in videoconferenza) alla presenza della segretaria nazionale Aurora Blanca e del segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo. Appuntamento che servirà – tra l’altro – a fare il punto della situazione nei settori del commercio, dei servizi e del terziario proprio in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass in tutti i luoghi di lavoro. La situazione più spinosa, già da tempo sotto la lente della Fisascat, è – come detto – quella del servizio di vigilanza armata nella sede della Giunta regionale in Via Verrastro. Tra contratti part-time, pensionamenti e mancate assunzioni mancherebbero all’appello almeno sei guardie giurate per garantire un’adeguata copertura del servizio in vista dei controlli legati al green pass.

Una situazione che arriva da lontano e che ha il suo punto di partenza nell’accordo siglato il 30 luglio 2020 in Prefettura che prevedeva il passaggio di circa 50 guardie giurate da Cosmopol all’Ati subentrante (capofila l’istituto di vigilanza Città di Potenza) con un inquadramento iniziale part-time a 150 ore mensili per assicurare la salvaguardia di tutti i posti di lavoro a fronte di un minore monte ore messo a bando, ma con la garanzia da parte della Regione Basilicata di procedere alla riorganizzazione del servizio, non più in linea con le mutate esigenze di sicurezza prodotte dalla pandemia. Nello stesso accordo – ricorda la Fisascat – l’Ati subentrante si impegnava inoltre a redistribuire sul personale in forza le ore derivanti dalla fuoriuscita di alcune unità per pensionamento o altri motivi. Accordo rimasto lettera morta nonostante le reiterate richieste dalla Fisascat, indirizzate anche alla ditta uscente Cosmopol che non ha ancora liquidato le spettanze di fine rapporto.

La federazione della Cisl contesta anche la modifica dei contratti degli addetti alle pulizie degli uffici regionali, attività che dovrebbe svolgersi in assenza del personale pubblico al fine di garantire un’accurata igienizzazione degli uffici, a maggior ragione in questa fase di emergenza sanitaria.

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