Nel giro di circa dieci anni la popolazione scolastica in Basilicata si ridurrà del 20 per cento: occorre pertanto ripensare il sistema scolastico con una nuova logica di programmazione. A sostenerlo sono la segretaria confederale della Cisl Basilicata Luana Franchini e la segretaria generale della Cisl Scuola Basilicata Loredana Fabrizio. I dati prima di tutto: la Cisl riprende uno studio del ministero dell’Istruzione che prevede nei prossimi dieci anni una progressiva riduzione della popolazione scolastica, quella nella fascia di età 3-18 anni. In base a questo studio, in Basilicata, la popolazione scolastica passerà dagli attuali 69.998 studenti a 55.570 nel 2034: una riduzione del 20 per cento, ovvero un allievo su cinque.
Il fenomeno, precisa la Cisl, «riguarda tutte le regioni, ma in maniera più accentuata il meridione, dove negli ultimi dieci anni si è concentrato il 70 per cento delle chiusure di scuole, ossia 1.700 su 2.600. E nei prossimi cinque anni – denuncia la Cisl – si prevede di chiuderne altre 1.200: anche in questo caso la maggior parte delle chiusure riguarderà il Sud». Sulla riduzione della popolazione scolastica pesa, evidentemente, il calo demografico: «Tra il 2014 e il 2022 la Basilicata ha visto ridurre la sua popolazione del 6 per cento, il valore più alto nella tendenza rispetto alle altre regioni e secondo solo al Molise che ha perso il 7 per cento dei suoi abitanti», fa notare la Cisl.
«La riduzione della popolazione residente e il suo progressivo invecchiamento – osservano Franchini e Fabrizio – ha ricadute ovviamente anche sul sistema scolastico per via della riduzione delle classi e quindi dei docenti e del personale addetto; questo implica la necessità di affrontare il tema del dimensionamento scolastico non più in termini di riduzione di classi e di chiusura di scuole, perché questo determina un degrado della qualità della vita per gli studenti, per le famiglie e per il personale scolastico, ma attraverso una nuova logica programmatoria che elabori nuovi criteri di formazione delle classi rivedendo i parametri minimi e massimi fissati quindici anni fa e attraverso una revisione dei criteri di formazione degli organici in direzione di una riorganizzazione della rete scolastica, delle metodologie didattiche e del sistema dei trasporti».
«Proponiamo di fare della programmazione scolastica il fulcro di un’ampia e integrata politica programmatoria che guarda al sistema di servizi di conciliazione vita-lavoro, al sistema dei trasporti, all’uso delle nuove tecnologie, al tema della comunità educante, all’integrazione della formazione per l’occupazione nel sistema impresa, e questo già a partire dai prossimi giorni, senza aspettare il “caldo” mese di settembre per assistere inermi alle situazioni di caos, ai disagi e alle emergenze che sempre si accompagnano ad ogni inizio di anno scolastico», concludono le due sindacaliste della Cisl.