“Se la discussione sulla riforma del mercato del lavoro riparte dal vecchio tormentone sull’articolo 18, si fa poca strada e non si risolve il problema della disoccupazione di massa”. Il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, liquida così le polemiche ferragostane sulla riforma del lavoro e invita i partiti a non fare confusione. “Non abbiamo santuari da difendere – commenta Falotico – ma la storia recente dimostra che quando si è partiti dai licenziamenti facili, puntualmente non si è combinato niente. Se, come dice Renzi, l’articolo 18 è un totem, lo è anche per chi crede che si possano creare posti di lavoro licenziando. Le due cose non stanno insieme sul piano della logica”.
Per il segretario della Cisl “lo statuto dei lavoratori non è la tavola della legge, ma non si può pensare di metterci mano con la superficialità dozzinale che questo governo ha già mostrato in altri ambiti; ci vuole serietà quando si parla della vita di milioni di persone. Ben più equilibrata mi è parsa la posizione del ministro Poletti che ha giustamente riportato la discussione sul contratto a tutele progressive, una soluzione che prendiamo in seria considerazione, purché non sia un piatto precotto e si coinvolgano nelle discussione le parti sociali”.
Secondo Falotico “tutti i governi che hanno provato a riscrivere le norme sul lavoro senza confrontarsi con il sindacato hanno puntualmente fallito; dovrebbe essere sufficiente come indizio per comprendere che le riforme non si fanno sulla pelle dei lavoratori. Oggi la priorità è creare posti di lavoro e per farlo bisogna rimuovere gli ostacoli agli investimenti. È quello che chiedono anche le imprese che ogni giorno si devono misurare con una burocrazia asfissiante, un fisco cervellotico e la zavorra di una corruzione che inquina il libero mercato. Sono queste le riforme che servono al paese per riprendere il sentiero della crescita, non le polemiche ideologiche sul sesso degli angeli”.
Falotico rivendica “il buon viatico ottenuto in sede di assestamento di bilancio con i lavori di inserimento e reinserimento. È una vittoria della concertazione contro la filosofia dell’uomo solo al comando”, sottolinea il segretario della Cisl, “un risultato che ci mette nelle condizioni di riportare al lavoro, anche se parziale, migliaia di persone espulse dai cicli produttivi e di combattere la povertà dilagante attraverso il lavoro”.