“Quanto sta accadendo nella casa di riposo di Marsicovetere, su cui sta opportunamente indagando la magistratura, è francamente inaccettabile ed evidenzia, da un lato, i limiti di un sistema di accreditamento che senza controlli di fatto non funziona, dall’altro, getta una luce inquietante sui limiti e sulle carenze del sistema di sorveglianza anti Covid-19 predisposto dalla Regione Basilicata”. È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata Enrico Gambardella.
“Non più tardi di una settimana fa abbiamo chiesto alla Regione un tavolo di confronto per discutere di un piano d’azione strutturale in grado di metterci nelle condizioni di affrontare la risalita della curva epidemica, peraltro prevedibile e ampiamente annunciata, attenzionando in modo particolare i soggetti sociali più fragili e le strutture socio-assistenziali, epicentro dei focolai che hanno falcidiato migliaia di vite umane al Nord nella primavera scorsa. Inutile dire che stiamo ancora aspettando”.
“Un’intera estate è trascorsa – accusa Gambardella – senza che il governo regionale sentisse l’esigenza di attivare un confronto con le parti sociali su come affrontare un’eventuale recrudescenza dei contagi e su come affrontare le criticità che si sono evidenziate nella rete di protezione socio-sanitaria con nuovi e più aggiornati protocolli e un sistema di monitoraggio e sorveglianza, in particolare per le Rsa, in grado di intervenire in maniera più tempestiva e puntuale”. “Allo stesso tempo manca un piano d’azione su come affrontare un’eventuale nuova emergenza sanitaria senza paralizzare l’erogazione delle prestazioni ordinarie, mentre sul fronte degli interventi sulle strutture sanitarie periferiche, dopo l’acceso dibattito che aveva individuato nel potenziamento della sanità di prossimità la soluzione per ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri, tutto è fermo”.
“È di tutta evidenza che con questi presupposti la sanità lucana verrebbe travolta come nella scorsa primavera ma con numeri ben maggiori, con la pericolosa prospettiva del collasso completo del sistema. Perciò, diventa improcrastinabile attivare il confronto con le parti sociali. Oggi mettere la testa sotto la sabbia, come fa il governo regionale, equivale ad una consapevole omissione di soccorso”, conclude il segretario della Cisl.