Mezzogiorno, Sbarra (Cisl): «Vanno rafforzati i segnali di crescita»

«L’Italia crescerà davvero solo se crescerà il Sud. Bisogna usare al meglio le risorse del PNRR e gli altri fondi disponibili per aggredire il forte divario infrastrutturale, occupazionale e sul piano dei servizi sociali a partire dalla sanità che il Mezzogiorno ha con il resto del Paese e dell’Europa». Lo ha detto oggi a Matera il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra concludendo il consiglio generale della Cisl Basilicata. «Bisogna includere nel mercato del lavoro tanti giovani Neet e donne, tante persone costrette ad andare via dal Sud o a restare incatenate alla disoccupazione o al lavoro nero o grigio. Dobbiamo rafforzare i segnali di crescita di Pil, export, il livello degli investimenti pubblici e privati e soprattutto l’aumento dell’occupazione stabile nelle regioni del Sud. Occorre coordinare tutti gli strumenti di politica territoriale, perseguire una strategia strutturata che includa, oltre alla ZES unica, anche leve di politica industriale complementari e selettive: contratti di sviluppo, credito di imposta, reti infrastrutturali materiali e sociali. Bene in questo senso la proroga della decontribuzione per le assunzioni al Sud. Misura che ora deve diventare strutturale».

Sbarra è tornato anche sul tema dell’autonomia differenziata: «Serve maggiore coresponsabilità. Qualunque riforma deve avere l’obiettivo di unire il Paese, di rafforzare la coesione. Uno snodo decisivo prima di qualunque processo di attuazione della riforma, è rappresentato dalla necessità di definire e finanziare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep); costruire un fondo di perequazione fiscale e finanziario nazionale per sostenere le Regioni in difficoltà; superare il concetto della spesa storica e ragionare sui fabbisogni standard, assicurare la piena partecipazione di tutti i soggetti politici, istituzionali e sociali alle scelte».

Conversando con i giornalisti Sbarra ha parlato anche di Stellantis sollecitando «soluzioni finalizzate a garantire la continuità produttiva, a salvaguardare tutti i posti di lavoro diretti e dell’indotto. Purtroppo sappiamo che c’è un problema legato al calo delle vendite che comporta continue fermate produttive. Oggi Melfi ha una specificità rispetto agli altri instabilmente italiani ed europei: insieme alla produzione elettrica può accompagnarsi una produzione ibrida. Allora costruiamo le condizioni per dare allo stabilimento di Melfi nuove commesse, eventualmente nuovi modelli, perché non siamo disponibili ad accettare di perdere un solo posto di lavoro. La questione più rilevante è quella legata alla salvaguardia dei posti di lavoro nell’indotto». Sul punto Sbarra ha incalzato anche Regione ed enti locali che insieme al governo nazionale «devono costruire le condizioni favorevoli per ricollocare le persone che sono a rischio in tutta la filiera dell’indotto».

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