Passi in avanti ma restano criticità nel piano triennale della formazione

Il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, interviene sul nuovo piano triennale 2017-2019 per l’apprendimento a sostegno delle transizioni nella vita attiva, presentato nei giorni alle parti sociali nel corso di un incontro in Regione. “Un documento articolato e ben documentato – spiega Gambardella – che riassume, in buona sostanza, la prossima strategia regionale in materia di formazione e transizione al lavoro. Uno sforzo meritevole sul piano metodologico per dare finalmente alle politiche attive del lavoro una cornice giuridica e di programmazione la più organica e coerente possibile. L’esito di tale sforzo, però, è a nostro giudizio parziale – osserva il segretario della Cisl – per almeno due ordini di motivi: il sistema della formazione, come in passato, finisce per assorbire la maggior parte delle risorse disponibili; manca un organismo di monitoraggio per misurare l’efficacia delle politiche messe in campo in termini di posti di lavoro attivati. Dunque, se da un lato possiamo parlare di un passo in avanti nel tentativo di realizzare un piano organico in grado di mettere a sistema diverse fonti di finanziamento, dall’altro il piano triennale sembra più orientato a stabilizzare il comparto della formazione che a creare posti di lavoro o, detta in altri termini, più improntato al criterio della occupabilità che a quello dell’occupazione”.



Per il segretario della Cisl, inoltre, “il piano, fermo restando la titolarità della Regione nella programmazione, amplia notevolmente i compiti all’agenzia Lab con una conseguente concentrazione di risorse senza che si sia concretamente definito il ruolo e le attività dell’agenzia nell’ancora assente ma indispensabile ‘sistema’ della programmazione delle azioni di politiche del lavoro e formazione. In questa logica il piano presentato dall’assessore Cifarelli appare ancora troppo timido, in particolare nelle scelte che potrebbero, invece, incentivare la creazione di posti di lavoro, ad esempio sostenendo il fondo per l’occupazione stabile che, a fronte di richieste per circa 30 milioni di euro, ha messo in campo risorse per soli 5 milioni di euro. Il nuovo piano triennale – continua Gambardella – si trascina un altro punto di debolezza che più volte come Cisl abbiamo richiamato, vale a dire il mancato avvio dell’osservatorio regionale sulle politiche del lavoro quale strumento per monitorare i fabbisogni formativi e occupazionali e misurare in termini quantitativi e qualitativi i risultati delle politiche pubbliche in materia di formazione e lavoro, così come, del resto, ci indica tassativamente la stessa Unione europea nella programmazione 2014-2020. Per tali ragioni – conclude – riteniamo necessario approfondire le criticità emerse e aggiornare il tavolo con le parti sociali per apportare gli opportuni correttivi al piano, evitando di bruciare l’ennesima occasione”.

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