Pista Mattei, riaprire confronto con Regione e consorzio industriale

Giuseppe Amatulli

Il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Giuseppe Amatulli, torna sulla tormentata vicenda della pista Mattei e rivendica chiarezza a Regione e consorzio industriale. “Siamo arrivati al giro di boa del 2018 e sul rilancio dell’aviosuperficie di Pisticci – spiega il sindacalista – non si registrano novità sostanziali, a parte qualche scaramuccia locale che periodicamente accende i riflettori della stampa. Sono polemiche – spiega Amatulli – che servono solo a riempire il vuoto decisionale della Regione sul progetto di trasformazione della pista Mattei in aeroporto regionale di terzo livello, progetto che, c’è da scommetterci, tornerà in auge in prossimità della prossima tornata elettorale”.

Per Amatulli il dibattito intorno al destino dell’aviosuperficie di Pisticci sconta un vizio d’origine: “Siamo davanti a quella che si potrebbe definire la sindrome da cattedrale nel deserto, ma di questo passo e con tali premesse il progetto di ampliamento non vedrà mai la luce. La questione – spiega il segretario della Cisl – è inquadrare l’aeroporto dentro una più generale strategia di infrastrutturazione del territorio materano nella consapevolezza che senza infrastrutture per la mobilità veloce delle merci e delle persone è difficile, se non impossibile, attrarre nuovi investimenti produttivi e canalizzare verso la nostra regione i flussi turistici. Questo lavoro va fatto ora che si sono aperte le finestre della Zes e di Matera 2019”, avverte il segretario della Cisl.

E a chi sostiene che l’aeroporto di Pisticci sarebbe inutile e costoso, Amatulli risponde che “sul tavolo non c’è la competizione sui voli di linea con aeroporti ben più attrezzati come Bari e Brindisi, ma un progetto calibrato su tre ambiti specifici: aviazione generale e charter turistici; trasporto merci; protezione civile. Su questi punti si deve aprire una discussione con il governo regionale e il consorzio industriale per arrivare a decisioni rapide e concrete o immaginare, con la massima franchezza, anche ipotesi alternative. Ciò che non è accettabile – conclude Amatulli – è il clima di incertezza che aleggia sul progetto da parte di chi dovrebbe assumersi la responsabilità di fare delle scelte”.

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