“Il rapporto della Banca d’Italia sull’economia della Basilicata descrive un quadro con più ombre che luci. La pandemia ha inciso su un’economia già in difficoltà: il Pil lucano del 2019 rimane inferiore ai livelli precedenti alle due recenti recessioni del 2008 e del 2014. Ora bisogna agire su tre fronti: liquidità, fondi strutturali e coesione sociale”. È quanto sostiene il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, secondo cui “è necessario sviluppare processi che garantiscano che la liquidità messa a disposizione dai diversi provvedimenti normativi giunga alle imprese in tempi rapidi e certi per ridurre la platea delle aziende indotte a chiudere a causa dell’illiquidità finanziaria prodotta dallo stop forzato e che in un contesto economico così fragile sarebbe una perdita irrecuperabile”.
Per il sindacalista della Cisl “è inoltre necessario riavviare un confronto costruttivo con il partenariato economico e sociale per la rimodulazione dei fondi strutturali per avviare la ripartenza che dovrebbe essere caratterizzata dalla messa in campo di azioni che prevedano il potenziamento della sanità, la incisiva svolta ecologica, la reale transizione digitale e lo sviluppo dei nuovi lavori con adeguate tutele contrattuali. Quest’ultimo aspetto merita particolare attenzione soprattutto per contrastare il fenomeno generalizzato, che nella nostra regione raggiunge livelli allarmanti, delle giovani generazioni che sono più povere delle precedenti, con ricadute drammatiche sulla tenuta sociale e sullo spopolamento dei nostri territori”.
Secondo il segretario aggiunto della Cisl “la Regione Basilicata deve puntare sul rafforzamento della coesione sociale, che l’esperienza dell’epidemia ha dimostrato essere il vero valore aggiunto nell’affrontare in maniera efficiente la situazione eccezionale che ci stiamo trovando di fronte, mettendo in campo azioni che consentano il contrasto efficiente della povertà, che si prevede in aumento, con il coinvolgimento diretto di tutti gli attori locali. Tra le misure di contrasto alla povertà, il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza sono quelle che hanno la platea di beneficiari più amplia, con circa 11.300 nuclei familiari, circa il 5 per cento delle famiglie residenti in regione. A questi vanno aggiunti coloro che usufruiscono di misure regionali come reddito minimo di inserimento o tirocini di inclusione sociale”.
“Il basso livello di indebitamento e vulnerabilità finanziaria delle famiglie lucane – continua Macchia – è riuscito temporaneamente a far fronte alla crisi economica, ma stiamo ricorrendo alle ultime riserve che si riveleranno estremamente insufficienti in caso di esplicitarsi di scenari peggiorativi. Se si continua ad agire con misure tampone e scoordinate, in uno scenario di calo del Pil nazionale previsto tra il 9 e il 13 per cento, non si riusciranno a cogliere le residue opportunità di futuro della nostra terra e si potrà tristemente recitare il Requiem della Basilicata”, conclude il sindacalista della Cisl.