In occasione della campagna di rinnovo del reddito di cittadinanza (dal 1° ottobre possono presentare la domanda di rinnovo ai Caf, ai patronati e agli sportelli postali coloro che hanno iniziato a percepire l’RdC ad aprile 2019), la Cisl ha messo insieme i dati disponibili per la Basilicata, aggiornati al mese di settembre, per fare il punto della situazione e un bilancio della prima sperimentazione. Questa la mappa della situazione nella nostra regione: 13.728 domande accolte, 2.034 domande decadute, 885 in lavorazione, 5.434 domande respinte per un totale di 20.047 istanze presentate.
I nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza sono 10.483, per un totale di 22.962 persone coinvolte e un importo medio mensile di 495,03 euro. In provincia di Matera i nuclei familiari percettori sono 3.906 nuclei (8.717 persone ed un importo medio mensile di 484,80 euro), mentre a Potenza si registrano 6.577 nuclei familiari (14.245 persone ed un importo medio mensile di 500,95 euro).
Per quanto riguarda invece la cosiddetta pensione di cittadinanza in Basilicata si registrano 1.211 nuclei e 1.369 persone coinvolte con un importo medio mensile di 225,54 euro. La ripartizione provinciale vede Matera con 443 nuclei e 485 persone ed un importo medio mensile di 206,85 euro, mentre Potenza ha 768 nuclei e 884 persone ed un importo medi mensile di 236,22.
A questi dati vanno aggiunti quelli riferiti alle misure regionali di contrasto alla povertà come il reddito minimo di inserimento che interessa una platea di 1.709 persone e i tirocini di inclusione sociale che coinvolgono altre 700 persone, stando ai dati raccolti dalla Cisl.
Per il segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, “con la misura del reddito minimo di inserimento che a fine anno si avvia a conclusione ed uno scenario che i numeri descrivono in maniera drammatica, è necessario che la Regione si faccia promotrice di un’azione di monitoraggio e di programmazione delle iniziative da mettere in campo. Sicuramente a livello nazionale è necessario fare un ‘tagliando’ al reddito di cittadinanza e superare l’equivoco tra misura di contrasto alla povertà e politica attiva del lavoro”.
“A livello regionale, in un momento tragico da un punto di vista economico ed occupazionale, non ci possiamo permettere il lusso di lasciare indietro nessuno, soprattutto i più fragili. Da diversi mesi chiediamo alla giunta regionale di condividere con le parti sociali una prospettiva chiara e percorribile per i beneficiari del reddito minimo in vista della scadenza della misura. In questa fase – conclude Macchia – non possiamo permetterci salti nel buio che metterebbero a dura prova la tenuta sociale della nostra regione”.