Il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, esprime preoccupazione per la decisione della quarta commissione del consiglio regionale di rinviare il parere sul reddito mimino di inserimento a seguito dell’audizione, ieri, del direttore generale della presidenza della giunta regionale, Vito Marsico. “Mentre la commissione studia con certosina meticolosità il provvedimento della giunta regionale, frutto di un accordo con il sindacato che risale allo scorso dicembre – osserva Falotico – i beneficiari potenziali della misura aspettano risposte concrete e urgenti dalla politica. Non vogliamo certamente mettere in discussione il diritto della quarta commissione di fare gli approfondimenti che ritiene più opportuni, che possono avvenire anche a misura varata, così come prevede la stessa delibera della giunta regionale”.
“Arriva un momento in cui i bizantinismi della politica e gli eccessivi formalismi di certe procedure burocratiche finiscono per confliggere con i bisogni della gente. Qui non si tratta di invocare scorciatoie fuori dalla legge, né di mettere in discussione le prerogative istituzionali dei consiglieri regionali, che pure hanno avuto e possono avere modo e tempo di studiare la materia – precisa il segretario della Cisl – ma di porsi nella prospettiva di chi ha un impellente bisogno primario da soddisfare, vale a dire mangiare, e assiste inerme all’immobilismo delle istituzioni. In un regime democratico quattro mesi sono un tempo più che sufficiente per licenziare una misura che avrebbe dovuto godere del crisma della massima urgenza e che costituisce a nostro parere una prima, parziale risposta per tamponare il disagio sociale di chi ha perso il lavoro e non ha più la copertura degli ammortizzatori sociali”.
“Il reddito minimo di inserimento non è l’obiettivo – ribadisce Falotico – ma il mezzo per consentire alle persone di rimettersi in gioco con un sostegno temporaneo finalizzato alla occupabilità. Quello che non possiamo permetterci è di fare come nel gioco dell’oca, in cui si torna sempre al punto di partenza e non si decide mai, perché ciò determinerebbe un costo sociale incalcolabile e alimenterebbe ulteriormente la sfiducia verso le istituzioni democratiche. Il tempo è quasi scaduto e se non ci saranno novità a stretto giro – conclude Falotico – il sindacato, come annunciato in conferenza stampa, è pronto ad imbracciare l’arma della mobilitazione”.