È stato sottoscritto ieri in Regione un accordo tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Basilicata, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, e il presidente della giunta regionale Marcello Pittella per mettere in campo i primi e importanti interventi strutturali per combattere la grave crisi che colpisce in particolare i soggetti più deboli: ex lavoratori in mobilità, famiglie povere, disoccupati. Ne danno notizia gli stessi dirigenti sindacali secondo cui “grazie alle risorse aggiuntive ottenute dalle modifiche al decreto Sblocca Italia e alla nuova finalizzazione del 3 per cento aggiuntivo delle royalties, prima destinate alla carta carburante, e ora alle politiche di coesione sociale, sarà varato nel 2015 uno dei più grandi piani di lotta all’esclusione e per il reinserimento lavorativo degli ultimi anni e, in proporzione, tra i più grandi del Paese. L’obiettivo dei sindacati è di coinvolgere già nel 2015 circa dieci mila beneficiari l’anno su trenta mila nuclei familiari poveri per un valore di almeno 55 milioni di euro l’anno”.
“Per il sindacato si mette così un primo punto fermo all’interno della ‘vertenza petrolio’ che ci ha visto protagonisti, anche con accenti molto critici e polemici, prima con il ministro Zanonato e poi con il ministro Guidi e che ha portato a risultati economici che oggi si traducono in un grande tentativo di redistribuzione di risorse e opportunità di inclusione e impiego per i più deboli, secondo le indicazioni del Piano del Lavoro e della Coesione Sociale, che oggi, dopo i diversi interventi emergenziale e le ‘dieci priorità’ indicate a inizio anno, trovano un’ulteriore traduzione concreta”.
“L’accordo riconosce la bontà delle posizioni di Cgil, Cisl e Uil, rilanciate anche dalla grande assemblea di ottobre di precari, disoccupati, beneficiari Copes ed ex lavoratori in mobilità, tenuta al Centro Sociale Malvaccaro di Potenza e che scommettono su una serie di strumenti che – attraverso la sperimentazione massiva del Reddito Minino di Inserimento, progetti di utilità sociale, investimento su un allargamento dei servizi sociali e quindi reinserimento lavorativo di diverse centinaia di lavoratori oggi espulsi dal mercato – possono rimettere in moto processi di inclusione, di partecipazione attiva, di dignità a favore di chi certo non ha colpa dell’attuale crisi, oltre che investimenti pubblici sul sociale di cui beneficerà l’intera comunità lucana”.
“Oltre ad indicare già come verranno spese le risorse aggiuntive rivenienti dalla modifica della destinazione del 3% delle royalties, l’intesa prevede inoltre che il tavolo – allargato alle associazioni di impresa – continui il confronto anche sull’attuazione del Memorandum e sull’impiego delle risorse fiscali aggiuntive riconosciute dalla modifica del “famoso” articolo 16, assumendo il principio da noi più volte rivendicato di concentrare le risorse su poche ma strategiche opere ed interventi, contro una politica di dispersione di risorse che, nel passato, ha prodotto risultati miseri. Ovviamente, per quanto riguarda CGIL, CISL e UIL, nel rispetto del principio che oltre l’autorizzato la Regione Basilicata non può andare e che comunque occorre ribadire la necessaria collaborazione tra Stato Centrale ed Istituzioni Locali perché, senza il consenso delle popolazioni e degli amministratori locali, nessuna forzatura è pensabile”.
Nello specifico l’intesa prevede al primo punto di avviare a partire da febbraio 2015 lo strumento del reddito minimo/reddito di inserimento (di seguito RMI) come previsto dall’articolo 15 della L.R. n.26/2014, ricomprendendo in esso la continuità di reddito per i lavoratori non più destinatari di ammortizzatori sociali in deroga e i beneficiari del programma Copes nonché il sostegno reddituale alle famiglie lucane sulla soglia di povertà. In particolare lo strumento agirà identificando le diverse platee, attraverso la determinazione d’Isee di accesso per i beneficiari e prevedendo la possibilità da parte dei Comuni e Provincie di poter richiedere l’attivazione di specifici progetti di lavoro di utilità sociale e percorsi di autoimpiego coinvolgendo i beneficiari stessi del RMI, anche non escludendo, in caso d’inerzia delle amministrazioni locali, partenariati di sussidiarietà istituzionale e di regolazione programmatoria da parte della Regione per il loro buon esito realizzativo (portafogli progetti).
A tale scopo la Regione finanzierà lo strumento con circa 40 milioni di euro l’anno, con l’obiettivo, a fronte di un importo mensile di almeno 450 euro medi a beneficiario, di garantire attraverso graduatorie a scorrimento una platea di circa 8mila soggetti. Le graduatorie saranno aggiornate secondo il principio d’equilibrio d’entrata e d’uscita dei beneficiari che dovranno dare immediata e totale disponibilità alla partecipazione dei programmi formativi, d’inclusione sociale, d’inserimento/reinserimento lavorativo, di proposte di lavoro subordinato congrue nel proprio Comune di residenza o, a fronte di rimborso, in Comuni limitrofi a quello di residenza. Nelle more dell’attuazione del RMI (gennaio-febbraio) agli attuali beneficiari sarà garantita la continuità delle misure di sostegno al reddito.
Quindi si prevede di istituire uno specifico Fondo per i Comuni e Provincie che, a fronte di un ampliamento dei servizi sociali offerti, si rivolgano a cooperative sociali di tipo B e/o scopo plurimo le quali – per le quote di occupazione aggiuntiva – assumano all’interno della platea dei beneficiari di RMI, con contratto a tempo indeterminato o determinato non inferiore a 12 mesi e fino ad un massimo di 36 mesi ed applicando il CCNL sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative a livello nazionale. Al riguardo la Regione si impegna a destinare a tale fondo almeno 5 milioni di euro l’anno.
Il terzo punto dell’intesa prevede di rifinanziare, vista l’efficacia riscontrata (oltre 200 domande di stabilizzazione di lavoratori oggi precari e oltre mille nuove assunzioni), per gli anni 2015 e 2016 e per un importo pari ad almeno 5 milioni di euro, il Fondo per l’occupazione di cui all’articolo 21 della L.R. n.8/2014 per l’assunzione di nuovi lavoratori a tempo indeterminato e la trasformazione dei contratti atipici e/o a tempo determinato in contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato al fine di favorire occupazione stabile sul territorio regionale e contenere gli effetti della crisi sul tessuto economico e sociale.
Il quarto punto dell’intesa impegna la Regione a sostenere con almeno 5 milioni di euro l’anno, un Fondo a favore di progetti di utilità sociale per impiegare, con relativi versamenti previdenziali, assicurativi ed integrazioni salariali, soggetti beneficiari di RMI, con priorità per coloro che abbiano una situazione previdenziale/anagrafica tale da poter raggiungere nei 3 anni successivi i requisiti per la pensione (quelli che come sindacato chiamiamo i “truffati” dalla Riforma Fornero).
A partire da gennaio 2015, infine, verrà insediato un tavolo specifico per valutare la costituzione di un Agenzia Regionale Forestale che abbia il compito di fare sintesi delle varie esperienze e tramutare in termini progettuali le linee guida dei piani forestali e dei piani di gestione, prevedendo come enti attuatori degli stessi le Unioni dei Comuni e le due Provincie di Potenza e Matera. Il tavolo dovrà concludere i lavori in tempi rapidi e comunque non oltre il mese di giugno 2015, nel rispetto degli accordi e delle intese sindacali unitarie vigenti.
“Ovviamente – concludono Genovesi, Falotico e Vaccaro – si tratta ora di tradurre l’accordo in atti normativi sin dalla prossima legge finanziaria regionale, in atti di Giunta, in bandi e strumentazioni tecniche e, come Sindacato, vigileremo affinché ciò avvenga nel minor tempo possibile e prima delle stesse scadenze (che indicano un termine massimo) e con la massima pubblicità, trasparenza e partecipazione dei cittadini lucani. Siamo consapevoli che questo accordo e gli interventi conseguenti non saranno risolutivi di tutti i problemi che chiamano in causa la qualificazione del sistema formativo, dei centri per l’impiego, le politiche industriali e infrastrutturali, ma riteniamo che siamo sulla strada giusta e che si debba continuare sul binomio come Sindacato abbiamo sempre indicato alla Regione, sin dalla legge finanziaria di Aprile (aumento Irpef dei più ricchi per sostenere i programmi di lotta alla povertà, incentivi alle stabilizzazioni, norme contro l’evasione fiscale), alla legge di assestamento di Bilancio (ampliamento clausole sociali, investimento sulle cooperative), alla stipula dell’Accordo di secondo livello per l’indotto Eni, alla legge sul lavoro nero e alla sperimentazione positiva delle liste di prenotazione in agricoltura (che hanno coinvolto oltre 900 lavoratori migranti stagionali): interventi concreti e scelte a partire sempre dai più deboli, dai lavoratori, dai disoccupati, da chi è a maggior rischio di esclusione”.