“Dopo il recente incontro con il presidente Pittella e il direttore generale di Lab, dott. Antonio Fiore, la tanto attesa misura del reddito minimo di inserimento resta inspiegabilmente al palo nonostante l’urgenza del provvedimento”. È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella (nella foto), che aggiunge: “Proprio in quella riunione il dott. Fiore, in quanto responsabile del soggetto attuatore della misura, aveva dato al presidente Pittella e alla delegazione di Cgil Cisl Uil ampie rassicurazioni sull’imminente avvio dei progetti, addirittura entro la scorsa settimana, per la platea A, quella dei lavoratori ex mobilità in deroga, in maniera da assicurare la piena continuità tra la fase dei tirocini formativi e la fase dei progetti di inserimento lavorativo. A distanza di ormai dieci giorni, però, dobbiamo registrare l’ennesimo bluff in quanto la Lab – accusa il segretario della Cisl – non pare aver finora proceduto, come promesso, alla convocazione degli interessati e alla successiva assegnazione ai progetti di inserimento nei rispettivi comuni”.
“Troviamo singolare e grave – aggiunge Gambardella – che un’agenzia nata per facilitare la ricerca di lavoro in questo frangente rallenti per proprie inefficienze interne la messa in opera di una misura sociale nata sotto il crisma della massima urgenza e finita nel labirinto della burocrazia regionale. Non vorremmo che il reddito minimo di inserimento diventi il cavallo di Troia per operazioni poco trasparenti per dotare in emergenza la pianta organica dell’agenzia delle necessarie professionalità dopo che la stessa agenzia, con scarsa lungimiranza, non ha rinnovato i contratti a tempo determinato in essere, rinunciando con un tratto di penna a professionalità che avevano maturato esperienza nelle Province proprio nel settore delle politiche attive del lavoro. Scelta che, alla luce delle difficoltà nell’avvio dei progetti del reddito minimo di inserimento, appare decisamente insensata. Una ragione in più – conclude Gambardella – per aprire un tavolo di confronto per fare il punto sul fabbisogno di professionalità dell’agenzia, salvaguardando le professionalità con competenze specifiche che possono essere recuperare dalla platea dei precari provinciali e regionali”.