«Accogliamo favorevolmente l’apertura al dialogo del presidente Bardi sul nuovo piano sanitario regionale, purché il confronto sia nel merito e su soluzioni non precostituite». È quanto sostengono il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo e il neo segretario generale della federazione dei pensionati Fnp Cisl Basilicata Giuseppe Amatulli che tuttavia evidenziano come «tale disponibilità sia arrivata con notevole ritardo e solo dopo che la crisi del sistema sanitario, da tempo denunciata dalle forze sociali, è diventata conclamata nelle sue drammatiche conseguenze».
«La Cisl è pronta a dare il proprio contributo per un piano sanitario che si deve dare come obiettivo strategico quello di ridisegnare l’architettura generale dei servizi sul territorio dopo anni di impoverimento e di accentramento in termini di investimenti infrastrutturali e tecnologici e di risorse umane. È una sfida importante che però – avvertono Cavallo e Amatulli – deve fare i conti con i rischi che si annidano nel disegno di autonomia differenziata, perché avere un buon piano sanitario ma non avere la certezza di risorse economiche per metterlo in pratica significherebbe un avvitamento dello stallo attuale e un ulteriore decadimento della offerta sanitaria».
«Alla Giunta regionale, perciò, indicheremo quelle che sono per la Cisl le priorità assolute per una reale ripartenza della sanità lucana che deve saper ambire ai massimi livelli di eccellenza partendo da una puntuale analisi dei bisogni di salute della società lucana, da un riorganizzazione dei servizi su base territoriale con l’obiettivo di decongestionare i grandi poli ospedalieri regionali e offrire una presa in carico multidimensionale, da una più funzionale integrazione tra servizi sociali e sanitari, con particolare attenzione al tema della non autosufficienza, da un forte investimento nelle risorse umane in termini di crescita e sviluppo delle competenze e di potenziamento delle piante organiche con un programma di assunzioni di medio-lungo periodo di personale medico e paramedico, infine da un rapporto tra sanità pubblica e medicina privata improntata ad una leale collaborazione».
«Il 2023 può essere davvero l’anno della svolta e la sanità può diventare il terreno su cui sperimentare un approccio cooperativo tra istituzioni e forze sociali nella consapevolezza che le sfide che ci impone questo tempo necessitano di risposte fondate sulla coesione sociale e sulla condivisione di responsabilità. La strada che ha indicato la Cisl è quella del patto sociale e continueremo a lavorare in questa direzione», concludono Cavallo e Amatulli.