Serve un patto sociale per affrontare le fragilità sociali

Il tema di come affrontare le fragilità sociali nella loro complessità deve tornare al centro delle agende politiche ad ogni livello di governo. Non è più tempo di sterili polemiche e battaglie ideologiche: c’è la vita delle persone in gioco e la vita delle persone merita rispetto. I dati diffusi dalla Caritas diocesana di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo nel rapporto su povertà ed esclusione sociale sono un bagno di realtà per quanti pensavano e pensano tuttora che la povertà si possa affrontare con gli slogan. Non è così.

I dati dei principali osservatori concordano nel mettere in evidenza la trasversalità sociale che sta assumendo il fenomeno della povertà, tendenza che indica un generale smottamento verso la povertà o l’area della quasi povertà di ampie fasce della società, non solo di chi è privo di un’occupazione, ma anche di chi, pur avendo una fonte di reddito, non riesce a fare fronte al crescente costo della vita. Su tutto pesa l’indebolimento delle reti di protezione sociale e di presa in carico del welfare pubblico, in parte sopperito dal meritevole lavoro del terzo settore.

Tuttavia, sul tema della povertà e più in generale delle tante forme della fragilità sociale serve un nuovo slancio delle politiche pubbliche con un rafforzamento dei presidi territoriali e delle reti di ascolto e presa in carico in una logica di cooperazione sussidiaria e non di sostituzione tra pubblico e privato sociale. È necessario anche intervenire sulle politiche attive del lavoro migliorando il raccordo tra domanda e offerta di lavoro poiché la mancanza di un’occupazione e di una fonte stabile di reddito con la quale affrontare le spese quotidiane resta la principale causa dello scivolamento delle famiglie in una condizione di povertà.

La Cisl ha da tempo indicata la strada del patto sociale per l’avvio di un percorso che parta da una accurata analisi dei fabbisogni e delle attuali criticità dei sistemi territoriali e definisca un nuovo modello di politiche sociali in grado di garantire non solo tutele e servizi ma anche nuova occupazione. Come abbiamo indicato nel nostro documento “Il tempo del coraggio”, occorre riformulare la politica socio-assistenziale e riprogettare politiche e interventi a favore dei segmenti più fragili della società lucana, in particolare gli anziani non autosufficienti, i disabili, le tante forme di marginalità sociale.

Nella nostra regione esiste un grande problema di accessibilità ai servizi e quindi alla cittadinanza. Perciò la Regione Basilicata deve dotarsi di un piano organizzativo per garantire l’effettiva accessibilità ai servizi, con modalità personalizzate e tenendo conto delle specifiche e inderogabili esigenze di tutela delle persone.

Vincenzo Cavallo

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