Sicurezza Tempa Rossa, Fisascat: 85 posti di lavoro a rischio nella vigilanza

Dopo l’ennesima sollecitazione della Fisascat Cisl, la prefettura di Potenza ha convocato per martedì 23 ottobre alle 11 un tavolo di confronto sulla gestione del servizio di vigilanza del centro olio di Tempa Rossa. Obiettivo, scongiurare il licenziamento collettivo di 85 addetti alla sicurezza, tra vigilantes e portieri, impiegati dagli istituti di vigilanza Security Department e La Sentinella. Scade, infatti, a metà novembre la proroga di 75 giorni concessa alle due aziende da Tecnimont in vista della completa consegna del centro olio a Total e il conseguente passaggio dei servizi di sicurezza all’istituto Sicuritalia, già contractor della multinazionale francese e presente nell’impianto con circa 30 unità.

Per la segretaria nazionale della Fisascat Cisl, Aurora Blanca, “la convocazione del tavolo prefettizio squarcia finalmente lo sconcertante silenzio istituzionale che ha avvolto per mesi la vertenza nonostante le insistenti sollecitazioni sindacali”. La sindacalista considera paradossale quanto sta avvenendo a Tempa Rossa e denuncia l’abuso nel ricorso allo straordinario: “Mentre sulla testa di 85 famiglie pende la spada di Damocle del licenziamento – osserva la sindacalista – la società subentrante Sicuritalia ricorre allo straordinario fuori da ogni limite normativo e contrattuale e sul suo sito web fa campagne di reclutamento di nuovo personale addetto ai servizi di sicurezza”.  

Aurora Blanca, dallo scorso 11 ottobre è nella segreteria nazionale della Fisascat Cisl

Una pratica, quella dell’abuso dello straordinario, che per la sindacalista della Fisascat è diventata la norma nel settore: “In molti istituti di vigilanza le turnazioni superano abbondantemente le 12 ore giornaliere e le 48 ore settimanali e trovo singolare che su questo punto non si accenda il faro delle questure che ogni settimana ricevono dagli istituti i prospetti delle turnazioni. Il risultato di questo sfruttamento intensivo della forza lavoro è l’aumento dello stress correlato e l’abbassamento dei livelli di sicurezza sulle postazioni di lavoro o ‘in itinere’ che significa in soldoni un maggior rischio di incorrere in un infortunio sul lavoro”.Ma è l’intera partita degli appalti a finire nel mirino della segretaria della Fisascat Cisl: “La situazione sta diventando esplosiva, tra gare aggiudicate dalle stazioni appaltanti senza la benché minima verifica di congruità con le tabelle ministeriali e casi sempre più ricorrenti di lavoratori che nei cambi d’appalto vengono sostituiti da altri sullo stesso posto di lavoro e nello stesso servizio. In più occasioni – continua Blanca – abbiamo rivendicato l’applicazione della clausola sociale prevista da una norma regionale con l’obiettivo di tutelare l’occupazione, ma finora abbiamo registrato solo promesse e nessun atto concreto dalla giunta regionale e dalle stazioni appaltanti”.

Per la sindacalista “dietro il far west degli appalti ci sono scelte politiche sbagliate e una gestione amministrativa assai discutibile che hanno moltiplicato i conflitti e innescato un turn over selvaggio unito ad una riduzione generalizzata dei salari e delle condizioni di lavoro. Scelte – osserva la segretaria nazionale della Fisascat – che, contrariamente alle aspettative, non hanno comportato né un risparmio economico né un aumento della qualità dei servizi, ma solo danni ai lavoratori e ai cittadini che, a parità di spesa, ricevono servizi più scadenti. Per questo sollecitiamo la Regione – conclude Blanca – a convocarci per siglare un protocollo d’intesa sugli appalti, così come già fatto da altre Regioni virtuose che si sono dimostrate attente alle politiche del lavoro e alla regolarità degli appalti pubblici”.

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