Le problematiche che attanagliano il trasporto pubblico locale in Basilicata richiedono grande impegno e decisioni chiare al fine di mettere in opera soluzioni serie. La sensazione invece è che un settore trainante della nostra economia dovrà attraversare momenti difficili. È il caso di fare riferimento alle cifre che in questi giorni circolano sul debito complessivo che la Regione Basilicata ha nei confronti di tutti gli operatori del settore, pari a quasi 100 milioni di euro, quando il costo annuo di tutti i servizi programmati è di 115 milioni. Non ci sembra possibile che, nonostante le avvisaglie sulla gravità della situazione debitoria nei confronti di Cotrab, Fal e Trenitalia, peraltro già emersa durante l’incontro del 20 dicembre scorso mentre si insediava il nuovo governo regionale, non siano stati adottati gli opportuni provvedimenti nei confronti di un settore che è inequivocabilmente abbandonato a sé stesso e alla buona volontà dei lavoratori e degli operatori, tra le beghe delle Province e le responsabilità di qualche solone programmatore che ha lasciato senza fondi il settore.
È appena il caso di ricordare che 1.100 lavoratori continuano a garantire il 95 per cento della mobilità locale, regionale e interregionale nonostante il mancato pagamento degli stipendi. È o non è questo un atto di responsabilità? Quello stesso senso di responsabilità che noi pretendiamo dalla classe dirigente di questa Regione, in particolare dai governi del passato, ma anche del presente, affinché assuma indirizzi e decisioni che vadano nella direzione di una razionalizzazione sostanziale del trasporto pubblico locale, segnatamente attraverso la costituzione in prospettiva di un’azienda unica regionale dei trasporti che assicuri economie di scala, efficienza e qualità del servizio.
Il trasporto pubblico locale può ripartire solo rimettendo al centro i lavoratori e gli utenti. Il servizio, i lavoratori e le aziende devono fungere da assi portanti di un disegno politico complessivo di riorganizzazione del trasporto pubblico locale. Prima di una riforma organica dobbiamo dare certezze alle imprese e ai lavoratori. Non si possono sperperare risorse nel salasso delle anticipazioni bancarie per mancanza di programmazione; significa dare un calcio alle aspettative di ripresa dei cittadini e del territorio. Perché, per esempio, i numerosi esperti interni ed esterni non hanno mai pensato di modificare il flusso delle risorse per diminuire i troppi passaggi burocratici che ingabbiano l’utilizzo delle stesse?
Riteniamo inoltre che sia arrivato il tempo di guardare prima della scadenza naturale dei contratti di servizio alla razionalizzazione dei vettori presenti sul territorio per recuperare risorse da destinare in altri servizi, oppure determinare un più alto risparmio in tutti quei servizi come quelli integrativi e sostitutivi del treno. È una vergogna e vorremmo che qualcuno ci spiegasse perché questi sarebbero stati assegnati con un contratto di servizio, stipulato sempre dalla Regione Basilicata, con un corrispettivo che è il doppio di quanto percepisce Cotrab per Trenitalia e addirittura sembrerebbe il quadruplo per i servizi Fal. Invitiamo l’assessore Berlinguer a mettere fine a quei servizi di Trenitalia che vengono svolti in Basilicata da aziende provenienti da Avellino, Viterbo, Firenze, le quali spesso impiegano lavoratori non lucani. Ci chiediamo perché continui ad accadere tutto ciò in un momento dove la spending review è diventata il mantra della pubblica amministrazione. Non sarebbe il caso, come peraltro prevede la normativa, di mettere a gara i servizi svolti da queste grandi aziende pubbliche per avere un risparmio immediato e, per esempio, dare risposte ai nostri studenti che continuano a viaggiare in piedi sugli autobus? Non sarebbe il caso di provvedere con immediatezza a costituire un’Agenzia della Mobilità per verificare ciò che accade nei programmi di esercizio di tutti i gestori e non avere questi comitati di monitoraggio dei medesimi contratti che controllano quello che fanno le aziende con modalità che a nostro pare lasciano molto a desiderare? Per non dire di vicende, come quella relativa alla bigliettazione a terra, che ci vedono molto in ritardo rispetto ad altre realtà. Nel resto del Paese la bigliettazione a terra esiste e si fa dal 1985; è quindi giunto il momento di capire che fine abbia fatto la gara che ci risulta svolta il 20 novembre scorso.
Servono verità e trasparenza per salvare il trasporto pubblico locale in Basilicata. Questo non è catastrofismo: è comprendere che questo sistema qualcuno lo sta portando al collasso e magari oggi viene anche premiato, con nomina e relativo superminimo, alla faccia di chi invece si è visto recapitare a casa il mancato pagamento del mutuo dalla banca.
Nino Falotico