In questi giorni Cgil Cisl Uil, Libera e altre associazioni hanno proposto al governo e al parlamento un “Patto per la Ripartenza” con proposte concrete per il riavvio del nostro paese nella legalità e nella giustizia sociale. L’Italia può ripartire davvero solo se saprà fare tesoro degli errori del passato, quando la gestione delle emergenze si è spesso trasformata in opportunità di arricchimento delle mafie e dei sistemi criminali fondati sul disprezzo delle regole, la corruzione e l’accumulazione illecita di profitti. Direzione nazionale antimafia, Banca d’Italia e ministero dell’Interno hanno già segnalato i pericoli concreti cui andiamo incontro nella gestione degli appalti e delle risorse finanziarie legate alla crisi da coronavirus. Mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale, oltre a sfruttare l’allentamento delle regole in nome dell’emergenza, sanno come sfruttare il disagio sociale per conquistare consenso e insinuarsi nell’economia legale per riciclare i capitali accumulati illegalmente, anche attraverso l’usura.
Occorre perciò rafforzare l’Autorità nazionale anticorruzione, anche attraverso la nomina del suo presidente, per la supervisione degli appalti; valorizzare le segnalazioni dei cittadini su speculazioni e illegalità in una sorta di patto di responsabilità collettiva; semplificare e migliorare le procedure previste nelle valutazioni d’impatto ambientale. Anche Regioni ed enti locali devono essere responsabilizzati in tal senso, ma servono subito 5 miliardi per le politiche sociali, gli investimenti e l’occupazione nei territori. Allo stesso tempo occorre rafforzare le competenze delle centrali uniche di committenza senza ulteriori deroghe ma applicando gli strumenti di assegnazione già previsti dal codice degli appalti per le situazioni d’urgenza. In questo potrebbe tornare utile l’esperienza del presidente Bardi.
Infine, bisogna prevedere meccanismi di controllo preventivo sulle imprese incrociando le banche dati; escludere dai benefici le imprese oggetto di procedimenti penali per reati gravi; garantire la tracciabilità dei flussi finanziari destinati alle imprese. Le politiche sociali vanno considerate un investimento, un volano di sviluppo, non un costo da contenere. Ecco allora il senso di un impegno che ci vede protagonisti insieme ad altre associazioni per costruire un futuro davvero nuovo, perché scambiare per futuro il ritorno ad una normalità malata sarebbe un errore imperdonabile.
Gennarino Macchia
Segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata